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Mar
24

Ciao a tutti,

ci siamo quasi. Domenica e lunedì si vota per le elezioni regionali e per aiutarvi a capire chi votare, vi riporto in questo intervento, i nomi di candidati di qualsiasi partito e di qualsiasi regione, che, per vari motivi, a mio avviso, non si sarebbero dovuti candidare o quantomeno, chi decide di votarli, è giusto almeno che sappia chi sono, che hanno fatto e quali "scheletri nell’armadio" ha.
 
Comincio dal Nord e via via arrivo sino al Sud. Naturalmente se ci sono candidati che non ho menzionato e che meritano attenzione, vi prego di farmelo sapere così li aggiungiamo a questa lista. Come vedrete, da sinistra a destra c’è di tutto. Il mio obiettivo è solo quello di aiutarvi, se possibile, a votare con cognizione di causa: se volete votare un condattato è giusto che sappiate che lo è secondo me, tutto qui.
 
Allora… cominciamo.
 
NORD
Piemonte
In Piemonte il PDL schiera l’ex Assessore regionale al bilancio della Giunta regionale Ghigo, Angelo Burzi, che è stato rinviato a giudizio per tangenti nel ramo della sanità.
 Poi con la Lega c’è Cota ma, nel caso in cui Cota venisse eletto, al suo posto in Parlamento andrebbe un leghista che si chiama Grassano, che è stato Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria e che è rinviato a giudizio per truffa ai danni del comune di cui era Presidente. Un buon motivo per non votare Cota.

In Piemonte anche il PD non vuole essere da meno e conseguentemente candida l’ex Presidente socialista della Provincia Luigi Sergio Ricca, che ai tempi di tangentopoli aveva patteggiato una condanna per finanziamento illecito, confessando lui stesso di aver ricevuto 120 milioni di lire in contanti da un agente dell’Ina Assitalia, candidato del centrosinistra

Lombardia
In Lombardia, a parte il figlio di Bossi, Renzo, detto dallo stesso Bossi “ la trota”, quello che ha faticato non poco a prendere il diploma, è candidato anche lui alle regionali in Lombardia. Ma lui almeno non c’entra con gli inquisiti, c’entra semplicemente le raccomandazioni immorali dei nostri politici, che hanno sempre un occhio di riguardo per i loro familiari.Altre candidature vergognose arrivano dall’éntourage di Berlusconi, dove, nella lista dei suoi raccomandati, ci ha infilato il massaggiatore del Milan Giorgio Puricelli, l’ex fisioterapista del Milan Giorgio Puricelli e, sempre nel settore sanitario, abbiamo anche la sua igienista dentale, tale Nicole Minetti, una bellissima ragazza che è stata anche valletta di Colorado Cafè sulle reti Mediaset e quindi merita un posto d’onore nella Regione Lombardia
Poi ci sono le candidature un po’ discutibili dal punto di vista non solo della politica, ma anche dell’etica pubblica: per esempio, c’è Gianluca Rinaldin, Consigliere Regionale del PDL coinvolto in un’inchiesta giudiziaria a Como per truffa aggravata e falso in atto pubblico, che viene ricandidato nonostante quest’inchiesta in corso fosse proprio per questo. E poi c’è il famoso Giancarlo Abelli, che è un vecchio Ras della sanità già democristiano, poi beccato a ricevere soldi in nero da Poggi Longostrevi, il famoso medico delle truffe sanitarie alla regione, assolto per questo, naturalmente non era reato, ma quei soldi in nero li aveva presi per misteriose consulenze e poi sapete che, recentemente, gli avevano arrestato la moglie, la signora Rosanna Gariboldi, amministratrice pubblica nella Provincia di Pavia, è stata un po’ in galera, ha fatto la vittima, ha fatto la martire, dopodiché ha patteggiato la pena e ha restituito una barcata di soldi che erano accumulati su un conto a Montecarlo, di cui era Procuratore e cioè aveva la firma anche il marito Abelli, che naturalmente è ricandidato, essendo oltretutto anche parlamentare nazionale e essendo il vicecoordinatore nazionale del Popolo della Libertà.

Veneto
In Veneto c’è semplicemente una questione di opportunità che riguarda il probabile futuro governatore Zaia della Lega Nord, appoggiato dal Popolo della Libertà, il quale inizialmente aveva detto che si sarebbe dimesso dalla carica di Ministro dell’Agricoltura e, in realtà, recentemente la Lega Nord ha fatto sapere che invece Zaia potrebbe mantenere entrambi i ruoli e conseguentemente, o sarebbe un Ministro a tempo ridotto, oppure sarebbe un governatore a tempo ridotto: è lo stesso problema che riguarda la candidatura di Brunetta a Sindaco di Venezia, lui invece ha proprio già detto che, se viene eletto Sindaco di Venezia, rimarrà Ministro della Pubblica amministrazione e Sindaco di Venezia, almeno fino alla prima acqua alta. 
Bella mossa per uno che vuole fare la guerra all’assenteismo: è evidente che quando sarà al Ministero sarà assenteista come Sindaco e, quando sarà al Palazzo Civico di Venezia, sarà assenteista come Ministro, ma forse questo non è un male, perché certi Ministri meno lavorano e meglio è per la collettività. Sarebbe drammatico se uno come Brunetta continuasse a lavorare a tempo pieno.

Liguria
In Liguria ci sono 8 liste che sostengono il candidato del PD, Claudio Burlando, il quale ha detto “ non candiderò indagati”, il centrodestra gli ha subito detto che la sua proposta era strumentale, ma poi si è capito per quale motivo il centrodestra giudicava strumentale l’annuncio di Burlando: perché nelle liste che sostengono il candidato del PDL a Savona c’è un certo Marco Meligati che, ex Sindaco di Alassio, ha subito una condanna in primo grado per concorso in lottizzazione abusiva. Poi c’è un altro candidato del centrodestra, un ex della DC che si chiama Sergio Catozzo, condannato in primo grado per aver violato le norme che regolano la presentazione delle liste elettorali e quindi, anche questo, è proprio l’uomo giusto al posto giusto per ricandidarsi. E poi, sempre nel centrodestra, c’è un certo Angelo Barbaro che risulterebbe indagato per falso in atto pubblico.

 
CENTRO
Emilia Romagna
anche qua c’è un problema non penale, ma politico e anche giuridico, perché il candidato del centrosinistra Vasco Errani non potrebbe essere candidato; sarebbe ineleggibile, in quanto la legge sulle regioni stabilisce che i governatori non possono fare più di due mandati e lui si sta candidando per il terzo.
Naturalmente hanno dato l’interpretazione – ormai sapete che le leggi vengono violate senza neanche cambiarle: le interpretano facendo dire alle leggi una cosa che le leggi non dicono, ossia – che i due mandati valgono da dopo l’approvazione di questa legge, anche se uno magari è governatore dal 45, che è una cosa un po’ curiosa.
Perché il centrodestra non strilla contro la candidatura dell’ineleggibile Errani? Perché ha un candidato ineleggibile anch’esso, il centrodestra, ossia Roberto Formigoni, che di mandati ne ha svolti addirittura tre, essendo governatore della Regione Lombardia dal lontano 1995 e, se verrà eletto, come purtroppo è probabile, sarà governatore per la quarta volta, farà un ventennio in barba alla legge, che naturalmente parla di due ma. 


Toscana
Più scendiamo verso sud e più gli inquisiti aumentano: in Toscana, per esempio, dove empio, dove il candidato a Prato per il centrodestra è un ex socialista, ex Assessore alla sanità che patteggiò una pena per corruzione per una tangente di 30 milioni di vecchie lire e adesso sostiene la candidata del centrodestra Monica Faenzi, quella che Berlusconi ha presentato l’altro ieri a Roma, definendola "la nostra tosta candidata". Il PD, per pareggiare il conto, candida il Consigliere Regionale uscente Gianluca Parrini, che è indagato per abuso d’ufficio nello scandalo degli appalti di Barberino del Mugello, grandi opere, variante di valico, terza corsia dell’Autosole etc. etc.. Nelle Nelle telefonate parla con un imprenditore che è accusato di aver aiutato alla ricerca di autorizzazioni per l’apertura di nuove cave , chiamandolo “ ciao, compagno”, che è proprio il tipico atteggiamento che deve avere il controllore pubblico nei confronti dell’imprenditore privato. 

Umbria

In Umbria c’è con l’Udc l’ex Presidente della Provincia di Perugia, che all’epoca stava nella Margherita, che si chiama Giulio Cozzari, la cui Giunta fu praticamente travolta dallo scandalo degli appalti truccati e questo Cozzari aveva detto che si voleva dimettere e poi, naturalmente, non l’ha fatto per evitare la distruzione totale dell’ente Provincia e quindi è rimasto per farci un favore, per il nostro bene è rimasto al suo posto.

Marche
Nelle Marche, per il centrosinistra c’è Dino Latini, l’ex Sindaco di Osimo che aveva invitato il fondatore di Forza Nuova, segretario di una fondazione neonazista, a intervenire nel suo comune, mentre aveva negato la piazza alle forze antifasciste e l’ingresso in Consiglio Comunale addirittura al rappresentante degli extracomunitari. . 

Lazio
Nel Lazio naturalmente è candidato
Francesco Storace>, che è ancora sottoprocesso per aver violato la legge elettorale, questa è l’accusa per il famoso Lazio Gate, quando alcuni uomini del suo staff, secondo l’accusa, si sarebbero introdotti abusivamente nell’anagrafe computerizzata del Comune di Roma per infilare delle firme false nella lista della Mussolini, all’epoca nemica acerrima del centrodestra, in modo da farla invalidare e evitarne la concorrenza. Storace naturalmente è il candidato capolista della destra, che è la lista che sostiene il PDL, che è rientrato in coalizione dopo un po’ di fronda negli ultimi anni e è una lista che potrebbe prendere molti voti, proprio perché la lista del PDL, almeno per quanto riguarda Roma e Provincia, non è stata accolta, è stata respinta ormai da sette verdetti della giustizia amministrativa nei vari ricorsi e conseguentemente, chi vorrà votare per il centrodestra, o voterà il listino Polverini, oppure dovrà votare per la destra di Storace, oppure per l’Udc , che nel Lazio sostiene Renata Polverini, oppure anche Sgarbi, che è stato recentemente riammesso e che, naturalmente, è inutile che vi ricordi che è un pregiudicato per truffa ai danni dello Stato, per non parlare di tutte le condanne che ha avuto per gli insulti lanciati contro magistrati, giornalisti etc. etc..  

SUD
Puglia

In Puglia, oltre a Vendola per il centrosinistra e a Rocco Palese per il centrodestra, si candida anche Adriana Poli Bortone
, che è stata un discreto Ministro di Alleanza Nazionale e pare che abbia anche amministrato abbastanza bene, la città di Lecce. Bene, adesso si è candidata autonomamente rispetto ai due poli, ma incredibilmente style="BACKGROUND-COLOR: #ffff00">nella sua lista è sbucato Cosimo Mele: Cosimo Mele è quello del famoso coca party in un grande albergo di Roma, con ragazze allegre, una delle quali poi si sentì male, per cui la cosa venne fuori e naturalmente tutti giurarono che mai e poi mai avrebbero ricandidato questo qua, invece questo qua, che fu espulso dall’Udc , adesso è curiosamente candidato nella lista della Poli Bortone, che è appoggiata proprio dall’Udc . Nel centrodestra c’è Tato Greco, che è quel genio che aveva fatto la lista “ La Puglia prima di tutto”, lista patrocinata dal Ministro Fitto, anche lui indagato, ma non candidato in queste elezioni, nella quale era stata presentata la candidatura anche di due delle ragazze che erano presenti ai festini, ai dopocena di Palazzo Grazioli, una delle due era Patrizia D’Addario
, l’altra in questo momento non mi ricordo come si chiamava, erano in due che erano state candidate in questa lista fatta da Tato Greco, che è indagato insieme a Giampi Tarantini per associazione a delinquere, in quanto è sospettato di essere stato il socio occulto di questo Tarantini, il re delle protesi sanitarie fornitore, secondo l’accusa, di droga e, secondo quello che risulta dalle cronache, di prostitute a politici di destra (Berlusconi) e di sinistra (Frisullo), dalemiano arrestato l’altro giorno.InfineInfine abbiamo Fabrizio Camilli, che è un imprenditore petrolifero che ha patteggiato per truffa: come rinunciare al suo apporto?

Basilicata
In Basilicata è indagato il governatore uscente del PD, che adesso sta per essere rieletto, diciamo che è il favorito, che è sotto inchiesta; l’estate scorsa prima di andare a Napoli da Potenza, il Pubblico Ministero Woodcock presentò la chiusura delle indagini sullo scandalo delle estrazioni petrolifere, dove pare fossero girati dei favori e anche delle tangenti da parte della Total e il governatore era stato indagato e non è mai stato prosciolto, per cui lo è ancora, per abuso d’ufficio. Insieme a lui si parla di un candidato che lo appoggia, che si chiama Luigi Scaglione, capolista della lista Popolari Uniti che è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per lo scandalo della calciopoli della Basilicata.

Campania
In Campania devo parlarvi subito di uno che non è indagato, ma di sicuro è vergognoso che venga candidato: si chiama Tommaso Barbato, quello che sputò in faccia o tentò di colpire con uno sputo in faccia Nuccio Cusumano>, che all’epoca stava nel suo stesso partito, l’Udeur, (gennaio 2008) e che, quando cadde il governo Prodi, si schierò contro Prodi così come tutti quelli dell’Udeur, per fare cadere il governo, ma uno rifiutò di tradire Prodi: si chiamava Cusumano e fu insultato e addirittura sputacchiato da questo Barbato e accusato di tradimento.
Era l’unico che non aveva tradito e conseguentemente fu accusato di tradimento per non avere voltato gabbana, come invece avevano fatto tutti gli altri. Ebbene, il famoso sputacchiere naturalmente fu sanzionato dal Presidente del Senato, si disse che mai più nessuno avrebbe osato candidare uno così e invece eccolo candidato nella lista Alleanza di Centro quella fondata da Pionati, per tenere alta la bandiera della presentabilità in Campania. 
Sempre in Campania c’è la signora Mastella, moglie dell’inventore dell’indulto e Presidente del Consiglio Regionale della Campania: è indagata per tentata concussione, è stata messa agli arresti domiciliari e poi con ha avuto l’obbligo di dimora a Ceppaloni per la famosa inchiesta di Santa Maria Capua a Vetere, poi portata a Roma, quella che il marito usò come pretesto per far cadere il governo Prodi. Quest’inchiesta è stata trasferita a Napoli e è già giunta alle imputazioni, per cui la signora Mastella è imputata, non più soltanto indagata. Ma non basta! Oltre a ciò è stata raggiunta da un altro provvedimento giudiziario per un’altra inchiesta che riguarda altre lottizzazioni, cioè maneggi per sistemare gente sua.Si è stabilito che le sue capacità delinquenziali sono talmente alte che è meglio che ha il divieto di dimora in Campania e in Province particolarmente vicine alla Campania, come per esempio la Provincia di Foggia, conseguentemente vive confinata a Roma in uno dei numerosi (cinque o sei)appartamenti della famiglia Mastella a Roma e infatti sta urlando contro il suo esilio, ma nonostante l’esilio è ugualmente candidata e quindi fa campagna elettorale via Internet, nella speranza che le sue clientele si ricordino di lei, anche se non la vedono fisicamente presente. Stavolta è candidata nel centrodestra: dopo aver fatto così tanto bene al centrosinistra in questi cinque anni, beccandosi due processi come Presidente del Consiglio Regionale di centrosinistra, adesso va a portare la sua grande esperienza nel centrodestra
Poi c’è il Sindaco di Pagani, che si ricandida col PDL anche se è stato sospeso perché condannato per peculato! 
Ci sono i Consiglieri Regionali Pietro Diodato e Luciano Passariello, indagati entrambi per uno scandalo di presunti rimborsi gonfiati.  Poi c’è Roberto Conte: Roberto Conte, 43 anni, fu espulso dai verdi e poi dal PD perché era stato inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e allora è andato nel centrodestra, dove l’hanno accolto a braccia aperte e è stato condannato meno di un anno fa in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, per avere acquistato dalla camorra la sua elezione alle regionali del 2000. Naturalmente ha scelto l’Alleanza di Popolo, una lista piccola che sostiene il centrodestra ed è candidato alle spalle del famoso Caldoro: Caldoro è la faccia pulita che è stata mandata avanti in Campania, dietro la quale si nascondono personalità del calibro di questo Conte (primo grado, concorso esterno in associazione mafiosa), oppure anche Cosentino, che non è candidato, ma diciamo che dà una grossa mano e è quello su cui pende un mandato di cattura per camorra, la cui autorizzazione all’esecuzione è stata negata dal Parlamento e quindi questo signore, con il mandato di cattura per camorra sulla testa, continua a fare il Sottosegretario all’economia, è il vice di Tremonti.  Questo per dire le liste pulite in Campania. Abbiamo ancora l’ex Sindaco di Villa Literno, comune sciolto per mafia, Fabozzi: questo l’ha candidato il PD, naturalmente non è indagato lui, ma insomma se il tuo comune viene sciolto per mafia forse è il caso che salti un giro; niente, l’hanno ricandidato.Il candidato PD come Presidente della regione è Vincenzo de Luca: all’inizio che aveva due rinvii a giudizio, di cui uno per associazione a delinquere e concussione e l’altro per truffa e falso. Nel prosieguo della campagna elettorale si è scoperto che ha pure la moglie sotto inchiesta per aver presentato carte false per accedere a un concorso pubblico, credo di psichiatra, nelle A.S.L. e pare che ci sia anche il figlio sotto inchiesta, quindi un’intera famiglia sotto inchiesta, pronta a occupare la regione.Poi ci sono altri due particolari molto interessanti che dovrebbero sconsigliare l’elezione di un signore di questo calibro: innanzitutto ha addirittura una condanna in primo grado, quattro mesi e qualcosa, per smaltimento abusivo; non si tratta di una scemata, si tratta di una cosa gravissima: come Sindaco di Salerno, De Luca aveva autorizzato una discarica abusiva tra il mare e l’autostrada Salerno /Reggio Calabria, discarica che non è stata impermeabilizzata in quanto era abusiva, sulla quale sono state sversate tonnellate e tonnellate, montagne di rifiuti, autorizzata pur essendo abusiva con continue ordinanze del Sindaco per diverso tempo e, a un certo punto, i liquami hanno cominciato a trasformarsi in percolato e a avvelenare il territorio. Per due volte, un’estate questo cumulo enorme di rifiuti abusivamente stoccati con l’autorizzazione del Sindaco De Luca ha preso fuoco, provocando una nube tossica, diossina, intossicazione, fuga dei bagnanti dalle spiagge vicine, blocco dell’autostrada dove la gente passava e entrava in questa nuvola nera. E’ stato condannato a quattro anni e qualcosa per smaltimento abusivo di rifiuti.

Calabria
La Calabria, tanto per cambiare, ha il record nazionale, anche perché la Sicilia non vota e conseguentemente la Calabria riesce a mantenere agevolmente il suo primato: sapete che si tratta di sostituire un Consiglio Regionale dove, su 50 Consiglieri Regionali, erano imputati o indagati o condannati in 35, diciamo più o meno i due terzino i due terzi. Per sostituirli degnamente alcuni si ripresentano, altri già promettono bene, perché arrivano in Consiglio Comunale già indagati o già condannati e, quando non si può candidare il padre, perché magari è in carcere, c’è il figlio che lo rappresenta e rappresenta soprattutto i suoi elettori. E’, per esempio, il caso di Antonio La Rupa, che è figlio d’arte, perché suo padre Franco, Consigliere Regionale dell’Udeur nel centrosinistra, è stato in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e quindi stavolta tocca al figlio, per dare una chance anche al figlioletto. Poi c’è un certo Tommaso Signorelli: lui l’hanno arrestato per mafia a Amantea, si candida proprio lui personalmente, perché è uscito e quindi ha la possibilità di candidarsi. Non vi dico quelli che hanno parenti della ‘ndrangheta, perché se andiamo a vedere i parenti non finiamo più e non si salva nessuno. Infine abbiamo un certo Sergio Stancato, arrestato quando era Assessore per traffico di rifiuti, uscito poi per prescrizione. E poi c’è una lunga lista di imputati di “ Why Not?”, che sono naturalmente tutti tornati al loro posto.

Beh, io vi ho fatto nomi e cognomi di personaggi su cui ho potuto prendere informazioni anche grazie alla rete. Se voi avete altre informazioni utili o avete delle rettifiche da fare su quello che ho scritto io, non esitate a comunicarmele.

Spero di esservi stato utile.
Diffondete a tutti i vostri amici.

Buon voto.
Davide

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Mar
17
Ciao a tutti,
come sempre, quando c’è da diffondere notizie scomode per la casta di potere che ci governa, sono sempre qui a riportarvele.
Ho scritto tante volte della palese pressione da parte di Berlusconi e del suo governo sulla Rai per cercare in tutti i modi di chiudere trasmissioni che a lui non piacciono come Annozero di Michele Santoro su Rai 2 o Parla con me di Serena Dandini su Rai 3.
Ho scritto anche della vergognosa informazione che ci regala il Tg1 per mano del suo direttore Augusto Minzolini che, viene chiamato da Berlusconi "direttorissimo" perché è il suo direttore preferito dato che riesce a nascondere e a difendere a spada tratta il suo padrone anche dichiarando il falso come quando ha detto che Mills, l’avvocato corrotto da Berlusconi, era stato assolto quando in realtà è stato dichiarato colpevole ma prescritto (cioè lui è un corrotto, Berlusconi è un corruttore solo che il primo non finirà in carcere per sopravvenuta prescrizione).
 
Ora, fortunatamente ci sono le prove di quello che era il cosiddetto segreto di Pulcinella. Tutti sapevano che Berlsuconi gestiva e gestisce anche l’informazione pubblica della Rai, tv non di sua proprietà, pagata dai soldi dei cittadini tramite il canone, ma ad uso e consumo del Cavaliere per farci propaganda e rincoglionirci con notizie false, propagandistiche, censurate. Sembra di rivivere la censura dell’informazione sotto il periodo fascista.
 
E infatti basta vedere il perpetrarsi del blocco delle trasmissioni cosiddette di "approfondimento politico" che, censurate dall’ennesima leggina ad personam, obbligavano le tv pubbliche e private a non trasmettere tali trasmissioni ad un mese dalle elezioni regionali.
Telecom Italia Media (La 7 per capirci) e Sky hanno fatto subito ricorso al TAR perché questa legge è assurda e insensata e il TAR gli ha dato ragione consentendo quindi a questi programmi di ripartire regolarmente.
 
Il paradosso sta nel fatto che le tv private hanno ripreso a trasmettere regolarmente tali trasmissioni e la Rai, dopo l’ennesima votazione a maggioranza da parte del CDA (di maggioranza berlusconiana), ha bocciato la proposta di reintrodurre queste trasmissioni! Paradossalmente la tv pubblica che dovrebbe garantire la pluralità dell’informazione non garantisce un bel nulla, a favore della tv privata. Siamo all’assurdo.
Poi vediamo il bel Minzolini che con l’ennesimo editoriale dice che l’inchiesta di Trani è tutta una farsa, che lui non c’entra nulla e che non è nemmeno indagato. Beh, questo magari qualche giorno fa, adesso non solo è indagato ma ci sono delle intercettazioni che lo sbugiardano su tutte le cose che ha detto nel suo editoriale. Una persona con un minimo di dignità avrebbe dato immediatamente le dimissioni per dimostrare magari che lui è estraneo a tutte le accuse che gli vengono contestate, ma stiamo parlando di Minzolini, il servo più servo del sultano Berlusconi che la dignità e la vergogna non sa nemmeno cosa sono.
 
Però, la bella notizia è che ancora ci sono delle Procure che non si fanno intimidire, che fanno le indagini e che producono le prove di quello che in qualsiasi paese democratico avrebbe generato uno scandalo politico e istituzionale. Qui invece il ministro della (in)Giustizia Alfano, pensa bene di madare gli ispettori presso la Procura di Trani che sta indagando su questa vicenda, per ostacolare in tutti i modi il lavoro dei giudici: eh beh, guai a chi indaga sul sultano Berlusconi!
 
La procura di Trani però non si fa intimidire e oggi rende pubbliche alcune intercettazioni telefoniche che vi ho prontamente riporato.
In queste telefonate si sente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta che era informato della strategia che doveva portare a "imbavagliare" le trasmissioni "sgradite" e a impedire, tra l’altro, nuovi interventi del direttore di Repubblica Ezio Mauro e del fondatore Eugenio Scalfari, che avevano criticato il premier in alcune trasmissioni. 
Berlusconi era talmente infuriato al punto da insultare pesantemente Giancarlo Innocenzi, il suo "fedelissimo" all’Autorità garante delle comunicazioni, il quale insieme a Mauro Masi, direttore generale della Rai, veniva sollecitato a fare chiudere Annozero, ma dato che Innocenzi e Masi non erano riusciti a farlo, "l’ultima spiagga" er proprio Letta.
Sempre in queste intercettazioni si evincono tutte le mosse di Berlusconi e dei suoi uomini per bloccare le trasmissioni tv: c’è un presidente del Consiglio che appare in più circostanze molto agitato. E che, tra l’altro, parla di vicende familiari, sfogandosi con Innocenzi a proposito di quanto gli costerà – circa 90 miliardi di vecchie lire l’anno – il mantenimento alla sua ex moglie Veronica Lario.
Ecco le intercettazioni.

"GIANNI SCUSA, SONO GIANCARLO…"
È il 3 dicembre 2009. Innocenzi, che ha già ricevuto decine di telefonate di Berlusconi che lo accusa di non avere fatto nulla per bloccare Santoro, chiama Letta.

Innocenzi:
"Gianni, scusa sono Giancarlo".
Letta: "Si, eccomi".
Innocenzi: "Allora io ti risparmio, quando con calma ti racconto tutto… Insomma, per essere più veloce tutte le documentazioni, quali carte ho dato agli uni e agli altri, sanno tutto quelli della Vigilanza, sa tutto… Masi, sa tutto l’Autorità, ho fatto fare da un gruppo di due amici magistrati tutta l’analisi, anche perché siano gli strumenti per quella storia di questa sera di Mills. Secondo le valutazioni di questi due amici magistrati, lui stasera non potrebbe parlare di Mills essendoci il processo in corso". Letta risponde con una parola incomprensibile.

Innocenzi: "Ho dato queste carte a Mauro (presumibilmente Masi-ndr). Mauro vuole la pezza forte, ci vorrebbe che sostanzialmente Calabrò (presidente dell’Agcom-ndr) gli dicesse (a Santoro-ndr): "Tu non puoi fare la trasmissione questa sera parlando di Mills". Io non so più a che aggrapparmi, tutto quello che potevo fare l’ho fatto. Adesso Mauro mi chiama e mi dice: "Se Calabrò dice ‘guarda che tu la trasmissione su Mills non puoi farla’, io vado con questa e non gliela faccio fare… tu (Gianni Letta ndr) sei l’ultima spiaggia…".

Letta pronuncia altri commenti incomprensibili. Poi aggiunge: "Proverò a cercarlo, grazie , ciao ciao".
Subito dopo Innocenzi chiama Masi. Lo informa di avere parlato con Letta: "Io ho detto a Gianni, anche adesso, avverti tu Calabrò, di mettere più spessore possibile su questa cosa… comunque adesso è informato anche Gianni, così abbiamo chiuso il cerchio, così nessuno può dire che non sapeva un cazzo". Masi gli chiede se ha parlato direttamente con Letta e Innocenzi lo conferma. Il dg Rai gli dice anche che ha parlato con Santoro che gli ha assicurato che farà una "trasmissione equilibrata".

Poi Masi gli ricorda che "dopo la D’Addario c’era spazio e modo per potere intervenire mille volte, non lo abbiamo fatto, non è stato fatto, e ci troviamo adesso questa roba qui, l’unica cosa che può servire veramente e che se lui (Santoro-ndr) fa la pipì fuori dal vaso stasera…".

Il pm di Trani descrive altre manovre, "con coinvolgimenti ai massimi livelli da parte del commissario Agcom che, ormai esasperato, par arrivare al presidente Calabrò (che sembra resistere alle pressioni esterne) si affida alla mediazione del sottosegretario Gianni Letta, il quale dal canto proprio promette ad Innocenzi di attivarsi e cercare il presidente Calabrò".

"ABBIAMO CACCIATO ANCHE RUFFINI"
Anche alla domenica Masi e Innocenzi non hanno pace. Berlusconi li investe con insulti perché non riescono a fermare Santoro. Innocenzi informa Masi che "loro faranno il processo Mills" e gli racconta che, quando Berlusconi lo ha saputo, gli ha gridato "che cazzo state a fare tutti quanti!". "E poi – aggiunge – mi ha fatto un culo che non finiva più". I due si disperano per accontentare Berlusconi, ma non ci riescono. Si raccontano di essere riusciti a eliminare Paolo Ruffini, direttore di Rai Tre.

LO SFOGO DI MASI

"Come traspare da questa intercettazione  –  scrive il pm di Trani – Innocenzi reduce dalla telefonata del presidente Berlusconi che lo affligge, chiama Masi e si sfoga. Masi si mette prontamente al servizio del commissario Agcom e promette di "mettere su una strategia operativa" che serva a risolvere il "problema Santoro che è un problema tutto particolare". Quindi aggiunge che la Rai sta "aggiustando". Gli viene chiesto come. La risposta è: "Sai, la stiamo aggiustando, stiamo facendo di tutto, abbiamo mandato via pure Ruffini, insomma, voglio dire siamo riusciti a fare…". Per il pm è "un evidente riferimento al fatto di assecondare i desiderata del presidente Berlusconi".

"CALABRO’ POTREBBE ESSERE INTERCETTATO"
È IL 9 dicembre 2009. Alle 8,35 del mattino Berlusconi chiama Innocenzi e lo rimprovera di "non avere fatto niente".

Berlusconi: "Pronto?".
Innocenzi: "Sì, ciao presidente".

Il premier gli scarica addosso una serie di epiteti. Innocenzi annaspa, dice che hanno "fatto qualcosa", di non aver potuto fermare la trasmissione sul caso Mills e di essere "andato da Calabrò incazzato come una biscia, cioè da questo momento in poi ero come un tupamaro con le bombe addosso e in qualsiasi momento facevo un casino..".

SPATUZZA E IL PREMIER SOTTO ACCUSA
Berlusconi attacca ancora Innocenzi: "Allora ti dico, giovedì sera c’era ancora il processo Spatuzza e fanno il processo a me come appartenente alla mafia… allora se voi non riuscite veramente a fare questa roba qua… non lo so io…".

Innocenzi balbetta. Dice a Berlusconi che si è attivato per preparare un ricorso "come informativa". "Allora tutti e quattro, Savarese, Mannoni io e Napoli, a parte Magri, siamo d’accordo, salvo che domani non mi brucino, per fare casino all’interno del consiglio".

Innocenzi: "Anche Napoli (pure lui componente dell’Agcom-ndr) è d’accordo perché lui aveva vissuto la vicenda di Clemente (Mastella-ndr) quindi…".
Berlusconi: "Napoli da dove arriva, da Mastella?".

Innocenzi conferma e Berlusconi risponde: " Mastella adesso è totalmente con me… e con Napoli avete la maggioranza senza Magri".

Innocenzi tranquillizza il premier: "Diciamo che ho Mannoni (altro componente dell’Agcom-ndr), Savarese che era amico di Fini, però … è più amico di Maurizio Gasparri".

"ATTENTO A PARLARE AL TELEFONO"
A questo punto Berlusconi invita Innocenzi a parlare con Calabrò e lo avverte: "Però stai attento a parlare al telefono col Presidente … perché voci, che non so se siano vere o meno, dicono che ha il telefono sotto controllo…".

Innocenzi risponde a Berlusconi di essere preoccupato perché probabilmente è lui ad avere il telefono sotto controllo: "Ma a me ieri sera è successa una cosa molto strana, tra l’altro oggi mi è arrivato un numero inesistente, io non ho risposto (…). Uno dei nostri tecnici mi dice che è un modo per potere mettere sotto controllo il telefono e oggi faccio fare altre ulteriori… però non me ne frega niente..".

Innocenzi continua ad informare Berlusconi sull’attività che sta organizzando per bloccare Santoro.
Il premier gli dice che va bene. "Ma mi raccomando perché adesso entriamo in una zona di guerra veramente brutta". "Sì – aggiunge questo non è mica servizio pubblico… è l’unico servizio pubblico al mondo che fa queste cose".
Innocenzi: "Non è più possibile che questo qui (Santoro-ndr) faccia quel cazzo che gli pare veramente"
.

BERLUSCONI, VERONICA E LA CIR
Innocenzi: "Il problema vero è che devi stare bene tu, cazzo…".
Berlusconi: "Mi stanno attaccando da tutte le parti sul piano patrimoniale, sai quanto ha chiesto mia moglie di mantenimento al mese? Tre milioni e seicentomila euro al mese che fanno 45 milioni l’anno che fanno novanta miliardi di lire l’anno e siccome c’ha il giudice che è amico dell’avvocato… hanno depositato ed è andato automaticamente a un certo giudice, c’è il rischio che succeda che me li danno"
.

Poi Berlusconi parla della causa civile con Carlo De Benedetti per la vicenda Cir: "E’ una cosa pazzesca, ho il fisco che mi chiede 900 milioni, coso… De Benedetti che me li chiede, ma ha già avuto una sentenza a favore, 750 milioni… Pensa te , mia moglie che mi chiede 90 miliardi di vecchie lire all’anno, sono messo bene no? E poi le sentenze penali con dei giudici che sono dei killer invece che essere dei giudici".

 
Diffondete gente, diffondete.
Davide
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Mar
04
Ciao a tutti,
siamo alla deriva totale.
Mentre il PDL è nel caos più totale per aver peccato di superficialità o troppa presunzione, rischiando di non essere ammesso alla prossima competizione elettorale in Lazio e Lombardia, si scoprono nuove interessanti intercettazioni degli uomini della famosa "cricca" di Bertolaso & Co.
 
Dopo Berlusconi che va a puttane, Marrazzo coi trans, ci mancavano i gay per una vera par condicio (sarà soddisfatta la ministra per le pari opportunità!!).. Ed eccoli i gay o meglio… i gigolò cubani e nigeriani, tutti "in fila" dietro Angelo Balducci, l’ex presidente del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, vulcro centrale della "cricca", in carcere dal 10 febbraio.
 
Dalle intercettazioni emerge una nuova e diversa ipotesi di reato: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione maschile!!!!
 
Ma la cosa ancor più incredibile che è che il "pappone" di turno, cioè colui che si occupava di reclutare uomini disposti a prostituirsi con Balducci, è un certo Chinedu Thiomas Ehiem, un nigeriano che faceva (adesso cacciato via per ovvi motivi) il corista nel "coro di San Pietro" in Vaticano!!
 
Vengono documentati con novizia di particolari che il "corista" aveva messo in piedi un vero e proprio traffico di giovani ragazzi da "consegnare"  all’ingegnere "Gentiluomo di sua Santità" (altissima onorificenza offerta dal Vaticano ai laici che si mostrano particolarmente "generosi" verso la Chiesa cattolica), classificandoli per altezza, peso, colore della pelle e misure anatomiche (immaginate quali in particolare).

"Nell’ambito del procedimento penale in oggetto – si legge in un’informativa della sezione Anticrimine di Firenze del Ros – è emerso che l’ingegner Balducci Angelo, per organizzare incontri occasionali di tipo sessuale, si avvale dell’intermediazione di due soggetti, che si ritiene possano far parte di una rete organizzata, operante soprattutto nella capitale, di sfruttatori o comunque favoreggiatori della prostituzione maschile".

I due uomini hanno un nome e un congome. Il tipo che si fa chiamare "Mike", è il corista della Santa Sede Chinedu Thomas Ehiem di cui sopra: 40 anni, nigeriano, residente a Roma e "indicato all’anagrafe come "religioso".
L’altro è un certo Lorenzo Renzi, veneto di Feltre, di 33 anni.
Dall’aprile del 2008 al gennaio di quest’anno, il contenuto delle loro conversazioni con Balducci viene annotato e trascritto perché, rapidamente, quella che all’inizio appare la libera e insindacabile inclinazione sessuale di un uomo (come tale oggetto di inviolabile privacy), si trasforma rapidamente in una coazione a ripetere di appuntamenti che svelano una rete di prostituzione maschile e di potenziale ricatto.
I 2 papponi (Ehiem e Renzi) sono espliciti nei dettagli con cui ragguagliano il cliente su tipo di prestazione e qualità dei ragazzi da portare agli incontri.
Ed ecco le intercettazioni! 🙂
 
"Angelo… Io non ti dico altro. É alto 2 metri, per 97 chili, 33 anni, completamente attivo", spiega il "religioso" a Balducci in un format che si ripete e che varia solo nelle misure.
E poi e ancora, ogni due, tre giorni: "Ho una situazione di Napoli". "Ho una situazione cubana". "Ho un tedesco appena arrivato dalla Germania". "Ho due neri". "Ho il calciatore". "Ho uno dell’Abruzzo". "Ho il ballerino Rai".

L’ingegnere alle proposte dei due non sembra resistere. Sia che lo raggiungano mentre è in riunione a palazzo Chigi. Sia che lo sorprendano mentre è in udienza privata con un cardinale. I ragazzi, per quel che si comprende, spesso frequentano i seminari o i collegi ecclesiastici di Roma tant’è vero che in un’intercettazione Balducci chiede a "Mike" (Ehiem) "Lui poi a che ora deve ritornare in Seminario?". In seminario dopo aver "seminato"… siamo allo schifo più assoluto.

 
Ma non è tutto!
Altre volte appaiono extracomunitari in cerca di permesso di soggiorno e Balducci, in un caso (non credo l’unico), promette di attivarsi con il Ministero dell’Interno per "velocizzare le procedure" di regolarizzazione. Alla faccia del pugno di ferro contro l’immigrazione illegale di cui tanto si vantano di gestire al meglio!
A questi poveri ragazzi il Renzi spiegava nei dettagli il "lavoro" da svolgere: "Te li pigli pure 2000 euro. Non rompere il cazzo!! Ti servono i soldi… metti un po’ di musica, tiri fuori la (…si capisce cosa deve tirar fuori no?:-))… ti cali il Viagra lì. E via!". Semplice no?
 
Ecco, a questo punto credo che siamo davvero allo sfacelo completo.
Purtroppo certe cose stanno cercando in tutti i modi di nascondercele ma per fortuna c’è rimasto internet dove le informazioni possono essere condivise velocemente senza censura (ancora per il momento).
 
Tv e giornali tranne qualche rara eccezione non fanno altro che fare propaganda al Sultano di Arcore: basta vedere quel vergognoso Minzolini, il direttore del Tg1 che nell’edizione delle 13:30 del 26 febbraio scorso ha detto che l’avvocato Mills, COLPEVOLE del reato di corruzione (cioé ha effettivamente preso 600mila dollari da Berlusconi per fornire una falsa testimonianza in un processo a suo carico), è stato ASSOLTO!!! Cioè una bugia enorme!!! Non è stato assolto… è stato prescritto! Ciò vuol dire che hanno dimostrato la colpevolezza, che il reato di corruzione è stato commesso (quindi lo ha commesso anche Berlusconi) ma che nel frattempo sono pervenuti i termini della prescrizione e quindi non sconterà la pena prevista in carcere. Tutto qui! Ma non è stato ASSOLTO.
 
Per chi volesse vedere il pezzo del Tg1 incriminato, ho fatto un video che ho postato su youtube qui: http://www.youtube.com/watch?v=FwtyRsCKSTw
.
 
Condividete il più possibile certe notizie. Dobbiamo sapere chi gestisce i nostri soldi e decide del nostro futuro cosa realmente è e cosa realmente fa.
Davide.
Feb
26
Ciao a tutti,
il vergognoso Tg1 di Minzolini non smentisce mai: adesso ha avuto il coraggio di dire che l’avvocato inglese Mills, accusato di essere stato corrotto con 600.000 dollari da Berlusconi, è stato ASSOLTO!!
 
Assolto??? Ma di quale sentenza stanno parlando??
Mills non è stato assolto, ma prescritto! Cioè il reato di corruzione è stato commesso ma nel frattempo sono sopravvenuti i termini della prescrizione percui Mills non si farà un giorno di carcere ma ciò non vuol dire che il reato non c’è stato!
Quindi se il reato c’è stato, Mills non è stato assolto come vuol farci credere il Tg1 di Minzolini!! Attenzione alle bugie che ci vogliono dare a bere!!
 
E’ ovvio che se il reato è stato commesso, cioè Mills ha preso i soldi da Berlusconi, è automaticamente colpevole anche Berlusconi per averglieli dati! Ma questo non si può dire!!
 
E la cosa più bella che la maggioranza considera una vittoria questa sentenza! E’ stata una vittoria per Mills semmai che nonostante abbia commesso un reato, non pagherà per quello che ha fatto. Berlusconi invece, per essersi protetto con lo scudo del Lodo Alfano, ha bloccato la prescrizione, quindi c’è ancora un anno per arrivare alla prescrizione anche per lui. Quindi c’è ben poco da cantar vittoria.
 
Guardate quindi questo video e.. diffondetelo il più possibile. Non facciamoci prendere in giro.
 
 
Diffondete gente, diffondete. Davide
Feb
18
Ciao a tutti,
in questo intervento vorrei mostrarvi un video che ho realizzato per dimostrare una spudorata similitudine fra lo stacchetto di Sanremo 2010 fatto dal direttore d’orchestra della Rai Marco Sabiu e un singolo intitolato Hoppípolla del 2005, della band islandese Sigur Ros. Non trovate che la similitudine sia quantomeno imbarazzante??
  
 
Diffondete gente, diffondete.
Davide
Feb
15
Ciao a tutti,
prima che i giornali e le tv di Berlusconi e non cancellino ogni straccio di prova del marciume che c’è dietro la Protezione Civile scoperto dalla procura di Firenze che sta indagando sugli appalti truccati per i lavori del G8 a La Maddalena, vi riporto tutte le intercettazioni telefoniche sinora rese pubbliche fra (e non solo) Angelo Balducci e Fabio De Santis, pubblici ufficiali presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri incaricati della gestione dei "grandi eventi" (Mondiali di nuoto di Roma 2009, G8 della Maddalena, 150° anniversario dell’Unità d’Italia), Mauro Della Giovanpaola, pubblico ufficiale della struttura di missione per il G8 della Maddalena e l’imprenditore Diego Anemone.
 
Questa gente senza scrupoli aveva messo su un vero e proprio sistema definito da loro stessi, come rilevano le intercettazioni telefoniche, "gelatinoso" ("Il mio ragionamento è questo… Loro evidentemente stanno immersi in un liquido gelatinoso che è al limite dello scandalo" (…)).
 
Ma il "sistema gelatinoso" non è l’unica definizione del Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri così come viene definito dal gip Rosario Lupo che si sta occupando del caso: una "storia di ordinaria corruzione". E  infatti la struttura cosiddetta della Ferratella (luogo dove ha sede il Dipartimento e di cui fanno parte Balducci, De Santis e Della Giovanpaola) viene definita – senza mezzi termini (sempre dalle intercettazioni telefoniche effettuate), una "Cricca di banditi", una "Banda di banditi", una "Task force unita e compatta", una "squadra collaudatissima", una "combriccola", e i suoi componenti "bulldozer", "veri banditi", "gente che ruba tutto il rubabile", "persone da carcerare"". Se se lo dicono da soli c’è da credergli!!!
 
Anche l’imprenditore Diego Anemone, del resto,secondo il Giudice per le indagini preliminari, si dimostrava all’altezza della qualità della corruzione, assicurata dal giro rapporti, a cominciare da quello con il Capo della Protezione civile e sottosegretario Guido Bertolaso. Lo stesso gip ammette: "È alquanto inquietante che sussistano rapporti di collusione (che definire sospetti è mero eufemismo retorico) tra l’introdottissimo (nonostante la giovane età) Diego Anemone e il potente sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso (coinvolto nella gestione economica degli appalti aggiudicati con la normativa cosiddetta dei "grandi eventi") che, come risulta inequivocabilmente dalle intercettazioni telefoniche, frequenta spesso e volentieri Anemone e le sue strutture, per così dire, di "relax"".
 
Gli appalti pilotati da Balducci e la sua "combriccola" della Protezione civile quindi sarebbero sostanzialmente cinque: "Lo stadio centrale del tennis del Foro Italico (Mondiali di nuoto Roma 2009), il Nuovo museo dello sport italiano di Tor Vergata (Mondiali di nuoto), il completamento dell’Aeroporto internazionale dell’Umbria Sant’Egidio di Perugia (Celebrazioni 150 anni Unità d’Italia), la realizzazione Palazzo della conferenza e area delegati (G8 Maddalena) e la residenza dell’Arsenale (G8 Maddalena)".
Tutte cose assolutamente "urgenti" che giustificano l’utilizzo della Protezione Civile per l’attuazione e il completamento dei lavori vero???!! E a che prezzo? Al prezzo di ristrutturazioni di immobili, di auto di lusso a spese dello Stato, di assunzioni di domestici e figli raccomandati, di prestazioni sessuali con pagamento a domicilio di escort (o puttane come andrebbero chiamate).
 
E il povero Giudo Bertolaso cosa c’entra in tutto questo? E’ qui che le intercettazioni telefoniche e ambientali giocano un ruolo fondamentale!
 
L’iscrizione di Guido Bertolaso al registro degli indagati per concorso in corruzione ha, sempre secondo il gip, un "fondamento probatorio evidente". "Sono emerse dalle intercettazioni telefoniche conversazioni nelle quali il Bertolaso viene menzionato o è uno degli interlocutori (…) È emerso che lo stesso Bertolaso intrattiene rapporti diretti con l’imprenditore Diego Anemone con il quale si incontra spesso di persona e in previsione dei quali Anemone di attiva di persona alla ricerca di denaro contante, tanto che gli investigatori ritengono abbia una certa fondatezza supporre che detti incontri siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a Bertolaso".
50mila euro per Bertolaso
 
Infatti il 20 settembre 2008, l’imprenditore Diego Anemone (A.) ha urgenza di recuperare almeno cinquantamila euro in contanti in vista dell’incontro che ha fissato con Guido Bertolaso. Decide di bussare alla porta di don Evaldo Biasini (E.), economo del "Collegio Preziosissimo sangue" di Roma, struttura missionaria dove Anemone sta svolgendo lavori di ristrutturazione.

A. Senti don Eva’, scusa se ti scoccio… Solo per rotture di coglioni, perché stamattina devo vedere una persona verso le 10 e mezza. Tu come stai messo?
E. Di soldi? Qui ad Albano ce n’ho soltanto 10 mila (euro ndr.). Giù a Roma potrei darteli. Debbo poi portarli in Africa mercoledì. Vediamo un po’…
A. Eh, ma se io ti mando un attimo a prendere. Oppure se c’è qualcuno giù. Oggi non ce la facciamo? Va beh, domani allora. Domani mattina faccio un salto, casomai.

Non è chiaro, o quantomeno, gli investigatori non sono riusciti ad accertarlo, se effettivamente i due si vedano e se ci sia o meno consegna di contanti; è chiaro e incontrovertibile però che Bertolaso goda dei favori sessuali messi a disposizione da Anemone. Da cosa lo si evince? Giudicate voi da queste inercettazioni!
 
Guido Bertolaso frequenta con assiduità il "Salaria sport Village" di Roma, centro riconducibile a Diego Anemone. Nella sala massaggi del centro, il capo della Protezione civile incontra almeno una dozzina di volte prostitute ingaggiate da Anemone, in particolare tali Francesca e Monica (brasiliane). In un’occasione, il 21 settembre 2008, Anemone (A.) e Simone Rossetti (R.), suo factotum, preparano una "festa mega galattica" che deve stupire il dottor Bertolaso.

R. Capo
A. Eccomi
R. Allora, domenica prossima alle 8
A. Di quello che parlavamo prima?
R. Si, sì, cosa megagalattica
A. Lì da voi?
R. Chiudo il circolo due ore prima. Festa al Centro Benessere
A. Ok
R. Tre persone con lui
A. Perfetto
R. Sicuramente ci costerà qualche soldino
A. Non mi frega un cazzo Simò

R. No, no, io ‘ste cose
A. Però mi raccomando. La riservatezza tua e basta, Simò
R. Tranquillo proprio. Organizzo proprio tutto il passaggio. Vai tranquillo.

I due si risentono a ridosso dell’"evento".

R. Senti, quante situazioni devo creare? Una… Due…
A. Io penso due… lui si diverte… due
R. Tre?.. Che ne so?
A. eh la Madonna!
R. Va bene, a posto.
A. di qualità!
R. Assolutamente, sempre.

Il 27 settembre 2008, Bertolaso (B.) dovrà rinunciare all’ultimo momento all’evento. Se ne rammarica e fissa con Anemone (A.) per un’altra data.

B: Pronto.
A: Disturbo? Buongiorno.
B: Sono a Brescia nel mio lungo giro italiano.
A: Madonna! Ma torni su Roma?
B: Tornerò questa sera ma poi poi dovrei muovermi domani mattina e rimanere fuori al nord.
A: Quindi non ci sei domani sera.
B: No, ahimé non ci sono. Però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione.
A: Va bene
B: Ripeto, spero che mi consentirai di approfittarne in un’altra occasione.

Le occasioni non mancano. Il 21 novembre 2008, Bertolaso (B.) telefona a Rossetti (R.), il factotum di Anemone.

B: Sono Guido, buongiorno
R: buongiorno Guido
B: Io sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti. Se oggi pomeriggio, se Francesca potesse… Io verrei volentieri… una ripassata"
R: Va bene
B: Perché so che è sempre molto occupata. Siccome oggi pomeriggio invece io sono abbastanza libero… Richiamo fra un quarto d’ora e tu mi dici

Il 10 febbraio 2009, Anemone (A.) si sincera con Bertolaso (B.) se abbia o meno intenzione di fare "un sopralluogo" (appuntamento con la escort) dove sta Simone (il Salaria sport center)

B: Eccoci
A: Disturbo? Come stai?
B: Potrebbe andare meglio.
A: Senti, volevo chiederti una cosa. Ma tu, poi, me lo fai quel sopralluogo domani?
B: Domani? Domani non faccio nessun sopralluogo.
A: Lì dove sta Simone
B: No, ho riunioni varie. Poi, se durante il pomeriggio… certamente, se riesco a ritagliarmi un paio d’ore di tranquillità caso mai, sì lo faccio. Non avevo capito….

Il 14 dicembre 2008 Guido Bertolaso ha giurato che la storia dei favori sessuali è un’infamia. Il suo avvocato, Filippo Dinacci, ancora ieri ha aggiunto: "Bertolaso non ha conosciuto tale signora Monica, né ci sono mai stati con lei appuntamenti di qualsiasi genere". Ma un’informativa della sezione anticrimine di Firenze del Ros dei carabinieri che porta la data del 21 febbraio 2009, allegata alle oltre 20 mila pagine che accompagnano l’ordinanza, documenta cosa è accaduto la sera del 14 dicembre 2008, una domenica.

Già dal pomeriggio, il cellulare di Simone Rossetti (R.), lo spicciafaccende di Anemone (il tipo che due mesi prima, il 10 ottobre, si sbatte per trovare due signorine "di qualità", "non due stelline del cazzo" con cui allietare la notte al "Gritti" di Venezia di Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola) è incandescente. Parla con Guido Bertolaso alle 14.45 e alle 15.37. Alle 18.22, è al telefono con Regina. Regina Profeta (P.), ex stellina del "Cacao Meravigliao" di Renzo Arbore. Ora un po’ avanti con gli anni e – dice lei – responsabile della "eventistica danzante" dello "Sporting". In realtà padrona della scuderia in cui, quella sera, sarà scelta Monica.

P: "Simo’,… una persona… un’alta ragazza bionda. Vieni un attimo al benessere a conoscere se è il caso?".
È il caso. Perché alle 19.09, Rossetti chiama Stefano Morandi, dipendente dello "Sporting" per preparare il set.
R: "Senti, hanno lasciato acceso il benessere? Ci hai fatto caso? Perfetto… ok… perfetto. Verifica che sono andati via tutti quelli del Centro estetico. Senti, invece, un’altra cosa ti volevo dire. Mi verifichi un attimo se ci abbiamo un bikini di tipo brasiliano un po’ stretto?".
Alle 19.56, Bertolaso (B.) chiama Rossetti, con cui si dà del tu e di cui ha chiesto e ottenuto da tempo il numero con cui comunicare direttamente.
B: "Sono Guido, che mi dici?"
R: "Allora, guarda, tutto a posto. Tutto a posto. Tu quando vuoi vieni qui. Qui è tutto quanto chiuso e dopo ci sono io… un pezzettino…. va bene A posto. Tu parcheggia con la macchina tranquillamente in fondo al parcheggio dove sta la scalina che ti porta direttamente nel centro benessere. Oppure parcheggia al solito posto".
Bertolaso lascia capire che non è libero nei movimenti. Perché arriva con la scorta.
B: "Eh, no. Io sono al solito posto, perché non sono da solo ovviamente".
Rossetti contatta nuovamente Regina per provvedere alla mise di Monica. E Regina lo rassicura ("Nella palestra, c’ho delle cose nell’armadietto. Vado a vedere se trovo. Vado su un attimo"). Quindi si raccomanda che, Dino Alemone, altro dipendente, deve restare allo scuro di quanto sta per accadere ("Allora, calcola che io a lei gli ho messo un asciugamano pulito").
Alle 19.56, Rossetti chiama di nuovo Bertolaso e quindi parla ancora con Regina, che vuole istruzioni e la rassicura che accompagnerà Monica a casa, a serata conclusa.
R: "Adesso arrivo. Dino non sa niente… Mi raccomando, sì. M’ha chiamato, m’ha chiamato. Gli ho detto. Va beh poi ci penso io. Lei però, mo’ come facciamo, perché lui tra un pochino arriva. Tra una quarantacinquina di minuti. Sì, sì la riaccompagno io così dopo gli do i soldini e dopo noi ci mettiamo d’accordo dai… ci vediamo un attimo".
Alle 20.14, Rossetti chiede a Erica Saverio (altra dipendente del centro) come attivare la sauna e l’impianto stereo.
R: "Eccoci qua. Senti un po’… top secret… viene Bertolaso tra un pochino eh… riguidami un attimo va. Io ho provato ad aprire un po’ di cose. Allora, la sauna l’ho aperta bene…. L’unica cosa. No, eh. No, senza, senza che vieni tu. Perché non so se lui come viene, capito? Io infatti mo lo sistemo e con Dino ci spostiamo. Senti una cosina, eh allora qui. Sto alla talasso adesso. Qui alla cabina della Talasso. Perché io ho provato a riaccenderla come m’hai fatto far tu un’altra volta. Solo che secondo me le ragazze l’avevano spenta e l’aspirazione".
Alle 21.19 Rossetti chiama Guido Bertolaso (B).
R. "Sono Simone. Sei arrivato? Ok arrivo subito".
Alle 21.33, sempre Simone chiama Regina per dirle di togliersi dai piedi.
R: "Eccolo. Mi senti? Aspetta un attimino. Allora, fai una cosina. Siccome ho chiuso tutte le porte, tu passa… Esci dalla porta dell’ufficio. Dicevo, esci dalla porta principale. Quella degli uffici. Quella lì sotto, dove ho acceso la luce. Passi da destra. Mò ti vengo incontro. Aspettami lì. Però non entrare dall’altra… Hai capito?"
Anemone frigge e, alle 22.09 – annota ancora il trascrittore – Rossetti decide di comunicargli con una qualche goffa solennità mista e altrettanto goffa dissimulazione, che le cose filano per il verso giusto.
R: "È tutto in atto. Da un’oretta. Sì… sì… capito? Sì… sì… Dopo vediamo. Un attimino… sentiamo… Comunque, tranquillo, l’ho messo subito a suo agio e niente.. l’appuntamento sta andando bene. E.. niente… ora c’è Dino dentro che sta mangiando. Però praticamente lui sapeva che lui veniva all’appuntamento. Però tranquillamente. Insomma, capito? Quindi lui sta dentro da solo… Si sta rilassando e basta.. capito?".
Nell’attesa, Rossetti se ne va nel parcheggio del centro e si mette a chiacchierare con gli uomini della scorta di Bertolaso. Anemone lo tormenta per sapere.
R: "Hey, sto qui al parcheggio. Tutto ok. Sto aspettando un attimino. E niente sto qua con la scorta. Va bo’"
Alle 22.58, Bertolaso è ancora dentro. Ad Anemone è chiaro che le cose sono andate o stanno andando come sperava. Si lascia andare.
R: "No, ancora niente"
A: "Come se avessimo guadagnato cinquecento punti, guarda… Che dici".
R: "Comunque mo’, appena esce ti chiamo. Ok?".
Alle 23.04, allo Sporting è tutto finito. Guido Bertolaso chiama Rossetti.
B: "Come esco, Simone?".
R: "Sì, allora, guarda, c’è direttamente sulla destra o sulla sinistra… Vicino a una delle porte. Vicino a una rotella: Fagli fare due scatti in alto verso sinistra. Hai visto, gira quella verso sinistra. Sto venendo comunque giù con la chiave".
Quello che accade nell’ora successiva è documentato da due telefonate. Mentre viene riaccompagnata a casa, Monica (M.), la ragazza, parla con Regina Profeta (P.).
P: "Tutto a posto?"
M: "Tutto a posto".
Poi le due ridono e scendono nel dettaglio di quel che è accaduto tra Monica e Bertolaso. Monica assicura Regina che il cliente è rimasto "contento".
Rossetti, invece, torna al centro per ripulire il set della festa. Parla con Anemone perché è preoccupato di non trovare i preservativi. Avverte che affonderà le mani nel cestino per portare via la carta che vede. "Che qui, i preservativi, manco si vedono… ".

Il 17 febbraio 2009 Bertolaso è ancora allo Sport Village, per "fare terapia con Francesca", "per riprendermi un pochettino", "per uno dei soliti massaggi". Anemone lo aspetta fuori dalla cabina e al telefono si lamenta con il suo lenone perché il capo della Protezione civile tarda a congedarsi dalla massaggiatrice: "Mannaggia sto a morì de freddo".
Ecco quello che si dicono.
B: Io domani pomeriggio, verso le due, di andare a fare una terapia in modo da riprendermi un pochettino, sempre se c’è ovviamente quella persona. Quella là. Capito?
A: Perfetto. Assolutamente.

L’11 marzo c’è un regalo per Francesca da Bertolaso (B.) che informa Rossetti

B: Sono Guido, Buongiorno. Senti sei al centro te? Stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo, ma poi.. una cosa e un’altra… Li intercetti te o glielo dico io di rivolgerti a te direttamente?

Il 17 ottobre del 2008, Fabio De Santis (D.), successore di Balducci quale commissario delegato dei lavori del G8 alla Maddalena, informa Anemone (A.) che sono stati accreditati i soldi alle imprese. In quell’occasione, De Santis coglie l’occasione per chiedere un ringranziamento come si deve. Due ragazze, per lui e Della Giovampaola (G.) all’hotel Gritti di Venezia.

D: Dammi un bacio in fronte.
A: Dove vuoi, sul culo pure se mi dai una buona notizia.
D: Preparati
A: Che vuol dire?
D: Eh! Ci ho i soldi in cassa!
A: Che ci hai?
D: I soldi in cassa
A: Ma che cazzo stai a dì
D: Non sto scherzando. Tu pensi di parlare… Tiè, ti passo il "lungus" (è Della Giovampaola).

La conversazione tra Della Giovampaola e Anemone si interrompe e riprende più tardi

G: Ti dico una cosa così. In vita mia, Fa’, Dani’, non l’ho mai vista. Cioè all’1 e 15 sono arrivati i soldi sul conto. All’1.18 il soggetto attuatore li aveva già mandati in Banca d’Italia. All’1 e 19 sono partiti i pagamenti. Una cosa mai vista!
A: Ma dai? Grande. Grande! Numero uno.
G: Uno, quattro, cinque e sei (si riferisce all’importo dell’accredito. 1 milione 456 mila euro ndr). Mai vista una cosa del genere. Allora, a questo punto, in virtù di questa cosa… Non è che uno, siccome la vita è così… E’ una cosa un po’ così (ride)
A (ride): Eh certo.
Della Giovampaola informa Anemone che l’indomani lui, De Santis e Balducci sono a Venezia, dove parteciperanno a una cena con il governatore della Regione Galan, organizzata dalla figlia di Pierluigi Alessandri, imprenditore che si è aggiudicato i lavori del nuovo palazzo del cinema di Venezia (appalto per i 150 anni dell’unità d’Italia).
G: Che si deve fare? Ti faccio presente che noi, domani sera, insieme a una terza persona dormiamo a Venezia
A: Uhm. Ci organizziamo… Uno? Due?, Tre… tre?
G: No, no. Due. (…) Domani sera, sì. Abbiamo già fissato anche le camere e tutto. Se fosse possibile prendere un’ulteriore camera. Poi noi, siamo a cena. Non so che ora facciamo… Quando ritorna, uno fa un numero, sa che lì è il numero e punta. Capito?
A: Ma mi devi dire l’albergo però!
Della Giovampaola lo informa che l’hotel è il Gritti. Quindi aggiunge: Siccome è roba che ha sei, quasi sette stelle, deve essere tutto equivalente. Perché non è che arrivano due stelline del cazzo che poi è una cosa che non va bene? Anche perché se no, non le fanno entrare. Lì ci sono tutti i marmi, i dipinti, i cazzi. Se no, non entrano. Capito?
A (ride): Eh no, non va bene. Adesso mi organizzo, vai.

 
Oltre alla "festa megagalattica" ci sono altre interessanti intercettazioni che non vanno sottovalutate, in particolare quelle riguardanti gli appalti per i lavori alla Maddalena per il G8 e per gli interventi di ricostruzione post terremoto de l’Aquila.
 
Gli appalti per i lavori alla Maddalena per il G8
 
Le procedure di emergenza e i tempi impossibili per la chiusura dei cantieri della Maddalena sono un’occasione irripetibile per la lievitazione dei costi e la spartizione a tavolino dei lotti. Il 7 settembre 2008, l’architetto Marco Casamonti (C.), che sta progettando l’albergo della Maddalena, si vanta con il padre dei soldi che è riuscito a mettersi in tasca.

C: Ti volevo dire che ho fatto progetti per 70 milioni di opere. Glieli danno. Sicché, se non glieli facevo io i progetti non li pigliava. Sono piaciuti tanto, perché io gli ho presentato anche la parcella. Gli ho chiesto 2 milioni di euro. Ma lui (l’imprenditore Carducci) mi ha detto: "Tu sei caro, tu sei caro". E io ho detto: "Io sono caro, ma anche ti faccio fare 70 milioni di opere. Se non c’ero io, col cazzo che tu le facevi. Sicché… Deve un colpo al cerchio e uno alla botte (ride).

Qualche mese prima, il 17 maggio 2008, Fabio De Santis (D.), commissario delegato ai lavori della Maddalena, discute con Anemone (A.) del sistema di spartizione degli appalti.

A: Mi avevi chiamato, Fabbie’?
D: Si, si. Ero io.
A: Comandi, comandi
D: Dico. Non so se si verificherà tutto questo ben di Dio, ma comunque sappi che, insomma, un 33 per cento di azioni ce l’hai.
A: Ma vaffanculo, va (ride)
D: Eh. Perché io ho deciso che faccio 33, 33, 33
.
A: Eh, va bene allora
D: E l’1 per cento lo diamo a Mauro (Della Giovampaola, il funzionario incaricato della vigilanza sulle opere ndr.). Gli ho detto a Mauro: "Testa sulle spalle e piedi per terra, perché ci aspetta un periodo di fuoco
A: Sui, no, ma dico: ormai è fatta
D: Bisogna stare. Bisogna veramente mettere la testa nel ghiaccio tutti i giorni
A: Si, si tutti i giorni, se no ci scappa
D: Sì, se no il rischio di impazzire è facile. Quindi, piedi per terra e lavorare piano piano. Un bacio e grazie di tutto
A: No, a me non mi devi dire niente. In bocca al lupo.

C’è un’altra torta, già spartita, che preoccupa la "cricca": gli appalti per i mondiali di nuoto del 2009, su cui sono intervenuti un’indagine e i sequestri della Procura di Roma. Il 26 settembre 2009, Anemone (A.), che è titolare del cantiere sequestrato del Salaria Sport village, apprende da tale Enrico Bentivoglio (E.) che i problemi sono risolti perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato un’ordinanza che sana ex post le irregolarità urbanistiche di cui gli appaltatori si sono resi responsabili insieme alla Protezione Civile e spegne l’indagine della magistratura.

E: A dimostrazione della considerazione che hanno della legalità e di coloro che cercano di farla rispettare, se la pigliano nel culo, capito? (ride) Se la pigliano nel culo.
A: Senti Enri’, ma tu il provvedimento ce l’hai sotto l’occhio?
E: Che cosa? No, è già sanata. Sanata. Non ce l’ho io, ce l’ha lui, però me l’hanno raccontata.

 
Preoccupata dalle indagini di Roma e Firenze sugli appalti della Maddalena, la "cricca" muove l’avvocato Edgardo Azzopardi perché prenda contatto e assuma informazioni da Camillo Toro, commercialista da poco entrato al ministero delle Infrastrutture e dal padre Achille, procuratore aggiunto con delega alle indagini sulla pubblica amministrazione della Procura di Roma. Il 18 settembre 2009, tale Manuel Messina (M.) racconta ad Anemone di un incontro avuto con Azzopardi e delle istruzioni che gli sono state date.

M: Senti, sono appena stato da lui e gli ho detto le cose chiaramente, esattamente come hai detto te. Ha chiamato il figlio (Camillo) e ha detto che si vuole incontrare con il padre (Achille)… eh cazzo! E poi gli ho detto anche un’altra cosa. Dico: "Ricordati che gli impegni che prendiamo noi tre, li manteniamo sempre, a qualunque costo. Anche se ci sono difficoltà oggettive". Poi ha richiamato subito quell’altro. Il figlio ha richiamato per dire che il padre c’ha un po’ di febbretta e che se era urgentissimo, va bene oggi pomeriggio.

Decine di intercettazioni documentano contatti continui tra Azzopardi e Camillo. Con il primo che raccomanda di utilizzare per le comunicazioni il sistema Skype (telefonate via internet), per non essere ascoltati. Fino alla telefonata del 1 febbraio scorso tra Azzopardi (A.) e Camillo Toro (T.)

A: Tu stai sempre monitorando?
T: Eh per forza. Compatibilmente con le mie possibilità. Quelle fisiche. Ma io sono abbastanza efficiente devo dire. Non me lo voglio dire da solo, però
A: Tu monitorizza. Monitorizza. Monitorizza il resto del mondo.

 
Favori di ogni tipo
Anemone è a disposizione della famiglia Balducci per qualunque tipo di incombenza domestica. Anche in piena estate. Il 25 agosto 2008, Rosanna Thau (T.), moglie di Balducci, chiama Anemone (A.) per investirlo con una serie di richieste.

R: Senti, ti volevo dire una cosa sui domestici (una coppia di rumeni custodi della villa di Montepulciano ndr.). Ci pensate voi… lo stipendio?
A: Non c’è problema gli facciamo un bel discorsetto.
R: Ti volevo anche dire una cosa. Un minuto fa, siccome nel bagno di Lorenzo (uno dei figli, l’attore ndr.) sento scolare l’acqua che sono venuti pure a vedere, non vorrei che si esaurisse
A: Mò telefono subito. Ma che scherzi, già ce n’è poca. Mò ci penso io.

Il 27 novembre 2008, la Thau (R.) ha un altro problema. Lo sciacquone della villa a Montepulciano. L’interlocutore è sempre Anemone (A.)

R: Più che altro invece il discorso è quello della cassetta dell’acqua. Quella che perde acqua. A me è venuta una bolletta spaventosa. Io non so.
A: Ma non l’hanno sistemata. Ma è possibile. L’avevo detto pure a quel testa di cazzo di Aurelio

R: No, no, guarda. L’ho detto ad Aurelio… Se c’è qui vicino qualcuno che cambi il galleggiante perché a me è venuta una bolletta di 1.200 euro
A: Faccio venire Luigi. Sta lì a Monteleone.

Anemone provvede anche alle esigenze domestiche (gli arredi in falegnameria) di casa De Santis (il successore di Balducci). Ecco una conversazione tra Fabio De Santis (F.) e la moglie Silvia (S.)

F: Ma il mobile lo hanno fatto in camera tua?
S: No, no. Domani. Oggi solo la libreria.
F: Ma è bella? Come è?
S: La libreria è bellissima. Certo, bianca. Ma insomma, non è la morte sua, come dicono a Roma. Comunque vedi un po’ tu. Giudica. Soprattutto, mi fa incavolare l’unica cosa – capisco che a caval donato non si guarda in bocca – però dico e che cazzo la sedia me la potevano scurire. A me non sembra che l’abbiano scurita.

 
I rapporti con la malavita organizzata
 
L’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli è uomo legatissimo ad Angelo Balducci. Prima del Natale 2007 "ha dovuto contrarre un prestito di 100 mila euro con personaggi campani per "soddisfare richieste avanzate dall’ufficio di via della Ferratella" (il dipartimento di Balducci). I 100 mila euro di prestito con i napoletani diventano 140 mila. E Piscicelli si sfoga più volte al telefono con il cognato.

P. Da quella gente lì è meglio che ci stai lontano… se si sgarra è la fine… quello vanno trovando… io già l’altra volta dal 5 al mese sono passati al 10 al mese.
Chiosa il gip: "E dunque emerge l’interessamento anche di soggetti legati alla malavita organizzata di stampo mafioso che controllano cordate di imprese interessate al banchetto costituito dagli ultramilionari appalti".

Favori all’allora segretario della Federazione Italiana Editori e giornali

 
Balducci si attiva con Anemone e con l’imprenditore Francesco Maria Piscicelli perché provvedano a sistemare, in più soggiorni vacanza, all’hotel "Pellicano" di porto santo Stefano, il professor Carlo Malinconico, all’epoca segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, dal luglio 2008, segretario della Federazione Italiana Editori e Giornali (Fieg). Il 28 aprile 2008, Anemone (A.) chiama Piscicelli (P.)

A: Andrebbe fatta una riservazione per l’1 il 2, il 3 e il 4. Per quel signor Carlo… Con la M il cognome, no?
P: Ci penso io. Ci penso io.
A: E poi ci vediamo e mi dici tutto
P: No, ci penso io
A: Perché l’ha chiesto a lui (Balducci ndr.) e quindi lui ci tiene, Angelo.
P: Ci penso io. Allora spetta, ripetimi i giorni
A: Lui arriva l’1 alle 2 e mezza., tre. Diciamo dall’1 notte, il 2, il 3, il 4 e il 5 riparte.

Il 30 aprile, alle 20.29, Malinconico (M.) chiama Balducci (B.)

M: Pronto
B: Professore
M: Ti chiamavo inanzitutto per il piacere di sentirti e per ringraziarti
B: Che scherzi?
M: Perché poi Lillo oggi mi ha detto che… Insomma ti aveva… E tu avevi poi dato…
B: Tutto a posto. Ci mancherebbe
M: Grazie veramente benissimo. Ottimo il tutto.

 
Favori all’attuale direttore generale della Rai Mauro Masi
 
Angelo Balducci, sollecitato da Mauro Masi, direttore generale della Rai, chiede ad Anemone di far assumere Anthony Smit, fratello della compagna di Masi. Un tipo che vive ad Anacapri e di mestiere, dicono, fa il sommozzatore. E’ l’8 giugno 2009. Balducci (B.) tramite il centralino di Palazzo Chigi si fa passare Masi (M.)

M: Senti, quella persona lì. Se puoi fare una telefonata entro oggi. A me servirebbe, insomma.
B: Si, infatti, io ora sono uscito e fra due minuti lo chiamiamo
M: Hai tutti i riferimenti?
B: Si
M: Va bene. Perfetto. Poi, ho visto, "15 giugno", addirittura. Hai anticipato? Per il resto, tutto bene. Ho visto, tutto bene.
B: Ti ringrazio molto
M: Ma figurati, io ringrazio te
B: Se tu gli dai così… un gesto
M: Ma stai sicuro al 100 per cento

Un’ora dopo, Balducci chiede a Della Giovampaola di chiamare Smit per riferirgli a suo nome che per il "progetto" si sarà operativi dal 15 giugno. Della Giovampaola tarda a chiamare e Masi si fa di nuovo vivo dopo neppure cinque minuti. Insiste con Balducci per fare quella telefonata. Smit (S.) viene chiamato ed è assunto, dal 1 settembre 2009 al Salaria Sport Village di Anemone (A.), anche se lo stipendio lo prende dall’inizio dell’estate. Ecco come si accorda con il nuovo datore di lavoro.

S: Scusami se mi permetto, ma da quando avresti bisogno di cominciare a inquadrarmi?
A: Io l’inquadratura l’ho fatta dal 1 luglio, va bene. Quindi significa che la mensilità di luglio la prendi tutta e siccome agosto è ferie ti prendi anche quella di agosto. Se tu vedi, che hai finito tutto quanto, ci vediamo a settembre.

Lo stipendio pre-datato non basta. Il 10 settembre Smit chiede ad Anemone di trovargli una casa.

S: Volevo vedere se si poteva andare un po’ avanti con questo discorso della casa.
A: Sentiamoci tra un’ora, un’ora e mezza.

Dopo due ore, il problema è risolto. 950 euro per un appartamento a Settebagni. Naturalmente a carico di Anemone

 
Il terremoto de l’Aquila
 
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 il terremoto devasta l’Aquila e la sua provincia.
 

Il 6 aprile, in una conversazione tra gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli, direttore tecnico dell’impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma, associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato Gagliardi si capisce che c’è attesa per le mosse di Balducci sugli appalti: "Alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno". "Lo so", e ride. "Per carità, poveracci". "Va buò". "Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto". Vi rendete conto? Mentre la gente moriva, c’erano sciacalli senza scrupoli che "ridevano" pensando ai soldi che si sarebbero fatti alle loro spalle?? E’ una cosa vergognosa!!!
 
Ecco il quadro. Mi son permesso di recuperare diversi stralci di vari articoli de La Repubblica, ordinando le varie informazioni in ordine cronologico per darvi un’idea quanto più coerente con la realtà, di quello che sta accadendo e continua ad accadere alle nostre spalle.
 
E’ un bene che questi fatti siano venuti alla luce adesso, poco prima dell’ennesima legge porcata che sta per essere "discussa" (o si dovrebbe dire "blindata") in Parlamento, e cioè un decreto che difatto trasformerebbe la Protezione Civile in una società per azioni a cui verranno affidati qualsiasi tipo di appalto eludendo ogni controllo sulla fattibilità e sui costi degli stessi.
 
Quindi, badiamo bene, che questo non è l’ennesimo colpo di "gossip" per "delegittimare chi fa del bene al Paese" perché qui, del bene ce n’è ben poco.
 
Concludo invitandovi a firmare l’appello di Repubblica per chiedere che venga fatta chiarezza sulla Protezione Civile si eviti di trasformarla in S.p.A.: http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391138.
 
Condividete gente,
Davide.
Feb
08
Ciao a tutti,
prima che giornali e tv mettano una pietra tombale sulle ultime rivelazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex Sindaco di Palermo Vito, colui che faceva da tramite fra la Mafia di Provenzano e i salotti della politica, vi riporto una lettera scritta a mano personalmente da Provenzano e diretta a Silvio Berlusconi dove si evince chiaramente il rapporto solidale tra i 2.
 
 
Postate e diffondete, Davide.
Gen
29
Ciao a tutti, è da un pò che non scrivo sul blog ma non esito a farlo quando ci sono delle cose su cui c’è bisogno assolutamente di parlarne e di diffondere informazioni su argomenti che interessano tutti e che puntualmente tv e giornali evitano di parlarne o ne parlano omettendo molte cose e dicendo il falso su molte altre.
Io, come al solito, non vi dico che quello che scrivo io è assoluta verità e quello che dicono giornali e tv sono tutte cavolate, semplicemente io vado alla fonte delle informazioni, mi leggo le bozze dei dei decreti e scrivo ciò che, secondo me (ripeto, secondo me), la gente dovrebbe sapere. Invito poi sempre chiunque a verificare che quello che sto dicendo corrisponda al vero prima di dirmi che dico tutte caz..te perché è utile per tutti un confronto purché ci si basi su fatti e non su opinioni o su cose apprese di qua o di là o sentite dire per la strada.

Fatta questa premessa, vorrei parlarvi oggi di quello che Berlusconi & Co. chiamano "processo breve" anche se sarebbe più opportuno chiamarlo "processo morto" perché in realtà non ridurrà la durata dei processi ma li manderà tutti al macero. Vediamo perché. Innanzitutto c’è da capire se Berlusconi vuole andare fino in fondo con questa legge "mmazza giustizia" o se non si tratta semplicemente dell’ennesima minaccia verso le opposizioni e il Capo dello Stato per estorcere loro qualcos’altro, tipo il Lodo Alfano approvato costituzionalmente o il ripristino dell’Immunità parlamentare.
Questa "minaccia", già approvata al Senato e temporaneamente messa in un cassetto in attesa delle elezioni di marzo, perché una legge così impopolare potrebbe fargli perdere le elezioni,  è stata modificata leggermente rispetto alla prima bozza perché si son resi conto che era palesemente incostituzionale.  Premesso che i profili di incostituzionalità rimangono, anche se diversi da quelli della precedente versione, vediamo cosa prevede la versione attuale.
Innanzitutto viene fatta una distinzione fra i reati con pene superiori ai 10 anni e quelli con pene inferiori. Questi ultimi interessano il 90% dei processi che si celebrano in Italia perché sono quelli che riguardano la stragrande maggioranza dei reati. Per questi processi, cioè per la stragrande maggioranza dei processi, la durata massima consentita sarà di sei anni e mezzo così suddivisi: tre anni per il primo grado, due anni per l’appello e un anno e mezzo per la Cassazione.

Chiunque potrebbe dire: "Beh, son comunque abbastanzo no?": beh io non credo, perché innanzitutto c’è da tener presente che  quando si dice "tre anni per il primo grado", non si dice che dal momento in cui inizia il processo di primo grado al momento in cui arriva la sentenza di primo grado devono passare tre anni, che, per i processi più semplici ce la si potrebbe anche fare, ma si dice che dal momento della richiesta del rinvio a giudizio del Pubblico Ministero, al momento della sentenza di primo grado non possono passare più di tre anni!! Ciò vuol dire in quei tre anni il Pubblico Ministrero deve formulare la richiesta di rinvio a giudizio, aspettare che il G.I.P. fissi l’udienza preliminare, celebrare l’udienza preliminare davanti al G.I.P. (e le udienze preliminari possono durare anche un anno o due anni), finita l’udienza preliminare, se il G.I.P.  rinvia a giudizio l’imputato o gli imputati, bisogna aspettare che il Tribunale fissi la prima udienza del dibattimento, celebrare tutto il dibattimento, arrivare alla sentenza di primo grado, il tutto senza che siano passati tre anni, se sono passati tre anni il processo è già morto, viene dichiarato estinto dal giudice di primo grado.Se per intercessione dello Spirito Santo, dati gli stanziamenti previsti attualmente ai tribunali, si riuscisse a superare il primo grado, bisognerebbe poi fare l’appello in due anni, e sempre se si riesce rispettare anche il limite dei 2 anni in appello, bisogna portare tutte le carte a Roma e sperare che la Cassazione ce la faccia a celebrare il giudizio ultimo entro un anno e mezzo!!

Questo è quanto! Se Gasparri quindi parla di 10 o 15 anni per i processi, o non si è letto bene la bozza del decreto che lui stesso ha firmato, ho si ricorda male, oppure, cosa più probabile, non dice la verità!Ma non è tutto! Immaginiamo che la Cassazione, invece di chiudere il processo con una conferma della sentenza di appello, oppure con un annullamento della sentenza di appello e con un rinvio al processo, rinvia in primo grado: ci sarà un anno per ogni grado di giudizio aggiuntivo. Se invece rinvia in appello ci sarà un anno per il nuovo processo d’appello e poi un anno per il processo in Cassazione e questo riguarda i reati più diffusi, ossia quelli puniti con pene inferiori ai 10 anni cioè reati come il furto, la rapina, lo scippo, lo spaccio, l’associazione a delinquere, la truffa, lo stupro, la molestia, l’aborto clandestino, l’incendio, i reati ambientali, i reati finanziari, tributari, di bilancio, contabili, tutti i reati contro la Pubblica amministrazione, abuso d’ufficio, corruzione, corruzione giudiziaria, falsa testimonianza, calunnia, sequestro di persona non a scopo di estorsione, ricettazione, violenze in famiglia, lesioni, violenza privata, oltraggio a pubblico ufficiale, il traffico di droga non gravissimo, ecc, ecc!

Poi ci sono i processi per i reati che sono puniti con una pena che supera i 10 anni: per questi ci sarà, per il primo grado, un tempo di quattro anni, per l’appello lo stesso tempo degli altri, sempre due anni e per la Cassazione un anno: chissà come mai la Cassazione, per i reati puniti più gravemente, dovrà fare più in fretta che non per i reati puniti meno gravemente!!!

Ultimo scaglione, i processi per i reati di mafia e di terrorismo: lì in primo grado si potrà fare fino a cinque anni, in appello fino a tre e in Cassazione due, per esempio il processo Dell’Utri sarebbe morto, perché il processo per mafia a Dell’Utri è durato tantissimo, dovendosi sentire tantissimi testimoni e essendo il Tribunale di Palermo ultracongestionato, come sono i tribunali che si occupano di mafia: pensate ai tribunali in Calabria, ai tribunali in Campania, sono tutti oberatissimi e quindi non ce la fanno. Il giudice però potrà prorogare la durata fino a un terzo in più, nel caso in cui i procedimenti siano molto complessi e abbiano molti imputati: il caso Dell’Utri ne aveva solo due e quindi sarebbe stato escluso e sarebbe morto e sepolto.

E per i processi attualmente in corso? C’è la norma transitoria che prevede che tutti i processi per i reati in corso, cioè per i reati commessi fino al 2006 e quindi che beneficiano dello sconto di pena di tre anni (previsto dall’indulto del 2006) e che siano puniti con pene inferiori ai 10 anni, saranno soggetti alle stesse regole del processo breve, per cui bisognerà avere già fatto il primo grado in tre anni, l’appello in due anni e la Cassazione in un anno e mezzo.Se sono passati tre anni dalla richiesta di rinvio a giudizio e non è ancora stata pronunciata la sentenza di primo grado, questi processi muoiono, si estinguono, quindi sono già estinti i processi a Berlusconi, perché?Perché il processo Mills e il processo Mediaset sono iniziati con la richiesta di rinvio a giudizio da più di tre anni e quindi sono morti e sepolti, cancellati.
Insieme a quelli rischiano di essere già morti o di morire presto anche i processi per l’aggiotaggio delle banche, come nel caso Parmalat, il processo Cirio, i processi per lo spionaggio della Telecom e della Pirelli, i processi per le scalate bancarie dell’Antonveneta e della BNL, i processi per lo scandalo della monnezza, dei rifiuti in Campania, quello a carico dell’Impregilo e di Bassolino, i processi per grandi mazzette come quelli di Enipower e Enelpower, che andranno addirittura restituite, visto che sono state nel frattempo sequestrate. I processi per la vendita di derivati, ossia di prodotti tossici, a alto rischio ai comuni e agli enti locali, che stanno devastando, sono una cancrena che sta devastando le casse di molti enti locali, si parla perfino di possibile estinzione del processo per la strage di Viareggio, la strage alla stazione di Viareggio, quell’esplosione gigantesca e poi si parla di altri processi ancora, anche l’omicidio colposo plurimo tra quelli puniti con pene sotto ai dieci anni è compreso in questa porcata!!
Questo scempio è stato approvato del Senato il 20 gennaio con 163 sì (i voti del PDL), 130  no (PD, Udc e Italia dei Valori) e due astenuti.

Oltre a ciò che vi ho detto, ci sono alcuni piccoli emendamenti che pochi hanno capito; uno dice che “il Pubblico Ministero deve assumere le proprie determinazioni in ordine all’azione penale entro e non oltre tre mesi dal termine delle indagini preliminari. Da tale data iniziano comunque a decorrere i termini di cui ai commi precedenti, se il Pubblico Ministero non ha già esercitato l’azione penale ai sensi dell’articolo 405”. Effettivamente non è facilmente comprensibile ma io, con l’aiuto di Internet, ho dato questa interpretazione: praticamente questa postilla dice che se il Pubblico Ministero non chiede il rinvio a giudizio, cioè non esercita l’azione penale entro tre mesi da quando gli sono scaduti i termini dell’indagine, comunque al terzo mese dalla scadenza dell’indagine parte il calcolo del tempo, ossia di quei tre anni entro i quali bisognerà completare il processo di primo grado e conseguentemente, se non chiede il rinvio a giudizio entro tre mesi dalla scadenza delle indagini, il calcolo del tempo per ammazzare il processo dopo tre anni non parte dalla richiesta di rinvio a giudizio, parte da quando sono passati tre mesi dalla scadenza delle indagini e quindi molto prima della richiesta di rinvio a giudizio!!
Qualcuno potrebbe pensare che 3 mesi son sufficienti al PM per chiedere il rinvio a giudizio ma sarebbe così se fosse facile chiederlo in questi termini! In realtà non lo è affatto perché tra la scadenza delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio c’è un lasso di tempo che si chiama "deposito degli atti alle parti", prevista, dall’articolo 415 bis.Cosa vuol dire? Vuole dire che, quando il Pubblico Ministero ha finito le indagini, perché gli sono scadute dato che indagini possono durare un certo tempo e non di più, dal momento in cui l’indagato viene iscritto nel registro degli indagati parte un certo tempo, che può essere sei mesi prorogabili fino a un anno e mezzo e fino a due anni per i reati di mafia, quindi al massimo in due anni le indagini dal momento dell’iscrizione nel registro devono finire, nel momento in cui ti scade l’indagine tu devi trarre le tue conclusioni e devi chiedere agli Avvocati e alle parti civili, alle parti offese se hanno qualcosa da ridire sulle indagini di cui gli hai depositato gli atti, conseguentemente devono avere il tempo di leggersele e poi di chiederti di fare delle cose che magari, secondo loro, non hai fatto tu, Pubblico Ministero e hanno venti giorni di tempo per chiedere al Pubblico Ministero di sentire l’indagato, se non è stato sentito, oppure di sentire altre persone che interessano all’indagato, oppure di fare dei supplementi di indagini che interessano all’indagato.  Dopo tutto questo il magistrato deve fare questi interrogatori, questi atti etc. e poi, dopo, li deve depositarei. Soltanto a quel punto può chiedere il rinvio a giudizio, oppure l’archiviazione: chiede il rinvio a giudizio, poi bisogna fare l’udienza preliminare, poi bisogna fare il rinvio a giudizio, poi bisogna fissare il processo, dopodiché inizia il processo di primo grado!Praticamente è impossibile che in tre mesi dalla fine delle indagini il Pubblico Ministero chieda il rinvio a giudizio, perché in mezzo c’è il deposito degli atti, ci sono gli atti da compiere, gli interrogatori nuovi che ha chiesto la difesa o magari anche la parte offesa e quindi non si riesce mai a fare tutto in tre mesi. Inoltre, nei processi dove c’è più di un indagato, molto spesso gli indagati non vengono iscritti tutti nello stesso momento! Per esempio, il processo per il sequestro di Abu Omar, Abu Omar viene rapito, poi si scopre che l’hanno rapito tizio e caio degli agenti della Cia, poi si scopre che c’era anche un Maresciallo del Ros, poi si scopre che all’ideazione avevano partecipato anche i vertici del Sismi, nell’ipotesi d’accusa il Generale Pollari, i favoreggiatori Pio Pompa, il giornalista Farina etc., quindi via via vengono iscritti e ciascuno ha una durata delle proprie indagini che parte dal momento in cui è stato iscritto, per cui le indagini non durano da tale data a tale data per tutti, durano sempre la stessa durata, ma spostata a seconda del momento in cui i vari indagati sono stati iscritti nel registro. Alla fine il magistrato fa poi un’unica richiesta per tutti, che arriva naturalmente molto dopo che sono scadute le indagini per il primo dei suoi indagati, perché deve aspettare che scadano anche le indagini per l’ultimo dei suoi indagati.In questo provvedimento invece la scadenza delle indagini parte dal primo che è stato iscritto nel registro degli indagati e quindi capite che è molto retrodatato il momento in cui si iniziano a conteggiare i famosi 2 anni per il dibattimento di primo grado.

Il secondo emendamento è ugualmente grave perché estende questa amnistia non solo alle persone fisiche, ma anche a quelle giuridiche! Pensate all’Impregilo per lo scandalo della monnezza a Napoli: non immaginate quanti soldi sarebbe costretta a pagare di risarcimento in caso di condanna. Beh, con questa ennesima furbata, nessuno avrebbe diritto ad un Euro!

Ultimo emendamento da tenere in considerazione è la furbata del Senatore Valentino, che allarga la durata massima dei processi, ossia la morte dei processi prima che finiscano, anche a quelli per danno erariale davanti alla Corte dei Conti, non solo per i reati penali, ma anche per quelli contabili. I processi si estinguono se, dall’atto di citazione della Corte dei Conti, sono trascorsi più di tre anni senza che sia stato emesso un provvedimento di primo grado, o due anni se non si è definito il processo d’appello. Naturalmente davanti alla Corte dei Conti ci sono molti amministratori pubblici: sono 7.000 circa i procedimenti in corso davanti alla Corte dei Conti, molti di questi saranno falcidiati da questa regola. Lo Stato rinuncerà a incassare un sacco di soldi, eppure non sono processi nei quali, per dire, l’imputato rischia la galera o rischia limitazioni della sua libertà: sono semplicemente delle questioni di soldi, a un certo punto arriva una sanzione e, se la devi pagare, la paghi. Queste sanzioni pecuniarie saranno cancellate, se il processo davanti alla Corte dei Conti non durerà tot e, naturalmente, davanti alla Corte dei Conti, addirittura condannati in primo grado a risarcire per le consulenze d’oro indebite che hanno concesso nella loro funzione, ci sono, per esempio, l’ex Ministro Castelli, la Sindaca di Milano Letizia Moratti e, tra i vari citati dalla Corte dei Conti, c’è anche il Senatore Valentino, autore dell’emendamento che potrebbe mandare a monte il suo procedimento!

Siamo alla follia pura! Una cosa addirittura molto peggio dell’indulto, visto che l’indulto si limitava a scontare pure tre anni, che erano una cosa enorme, ma qui addirittura si estingue il processo, cioè via il processo, via il reato, non c’è più responsabilità!! Se uno ha subito un torto deve andare addirittura dal giudice civile a chiedere i danni, pagandosi l’Avvocato, ricominciando tutto daccapo e non avendo neanche una sentenza penale che faccia stato in sede civile, quindi sarà tutto enormemente più dispendioso e più complicato.

Capite bene che questo è un vero e proprio ricatto contro la Corte di cassazione che il 25 febbraio dovrà decidere se confermare o annullare la condanna di David Mills, perché se la Cassazione dovesse annullare la condanna di David Mills di fatto annullerebbe anche la responsabilità di Berlusconi: sapete che Mills è condannato perché corrotto da Berlusconi e quindi, se venisse annullata la condanna a Mills, di fatto verrebbe salvato anche Berlusconi dall’accusa di aver corrotto Mills. Praticamente le stanno dicendo “o salta il processo Mills, oppure saltano tutti i processi, o quasi tutti”!! Ma il ricatto è esteso, ovviamente, anche al Capo dello Stato e alll’opposizione: e come dire  "o salvate Berlusconi dai suoi processi o salvate l’Italia da questa ecatombe" magari col legittimo impedimento, che consentirebbe a Berlusconi di non presentarsi nei tribunali giustificando con motivazioni ridicole il suo "impedimento" (magari perché deve andare con prostitute e quindi, giustamente ha un "legittimo impedimento" per recarsi in udienza).

Concludo facendovi un paio di paragoni fra il processo breve e la vita comune, che potete citare come esempio per far capire, a chi pensa che questa ennesima legge vergognosa sia giusta, che non sa quello che dice. Immaginiamo che abbiamo un nostro caro parente che ha bisogno di cure per un certo periodo di tempo. Il medico gli prescrive una cura di 2 anni ma se i 2 anni di questa cura non dovessero bastare, il vostro caro parente sarebbe costretto a non guarire! Altro esempio: devo recarmi a Milano per lavoro e mi trovo a Roma: mi danno 6 ore di tempo per raggiungere Milano ma all’altezza di Bologna c’è un ingorgo. A questo punto avviso i miei colleghi a Milano che ci metterò più di 6 anni e che la cosa non dipende da me. I miei colleghi mi dicono che se non arrivo entro 6 ore a Milano mi licenziano.

Ora, questo è il processo breve: non è un provvedimento per velocizzare i processi e quindi, riprendendo la metafora del viaggio a Milano, per velocizzare i collegamenti e impedire gli ingorghi. E’ un provvedimento che ti obbliga a rispettare dei tempi processuali impossibili da mantere lasciando le cose così come stanno, pena l’annullamento del processo, cioè l’impunità a tutti!
Non è previsto alcun provvedimento per velocizzare i processi che è quello di cui si ha realmente bisogno!
Non c’è nulla!!!!

Voi quindi, cosa vorreste fare? Son sicuro che vorreste curare il vostro parente sino a quando ne ha bisogno, arrivare a Milano e non perdere il proprio lavoro e… soprattutto, riuscire ad avere giustizia sempre e comunque.

Commentate e diffondete gente. Davide.

Nov
24

Ciao a tutti,

in questi giorni tutti i giornali e le tv di Berlusconi e non (salvo rare eccezioni) non fanno altro che raccontare balle su balle sulla Magistratura perché vogliono diffondere l’idea che la Magistratura è una casta chiusa, che i magistrati lavorano poco, che sono impunibili, politicizzati (a sinistra peraltro), strapagati, ecc. Tutto per demonizzarla e giustificare le continue invettive del Premier contro chi invece fa il suo mestiere onestamente, con 1000 difficoltà e in un clima tutt’altro che sereno.

Ho riportato integralmente quindi, una relazione fatta dal giudice Mario Morra del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che non ha fatto altro che sviscerarsi i dati forniti dal CEPEJ (www.coe.int), cioé la Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia, dove vengono confrontati i dati di tutti gli Stati europei in materia di giustizia.

Il risultato è a dir poco sconvolgente. Per chi volesse scaricarsi la relazione completa del CEPEJ in formato PDF, può trovarla qui.

E ora, spazio alla relazione del Giudice Morra

Quanto lavorano veramente i magistrati italiani

di Mario Morra
(Giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere)


Recentemente gli attacchi alla magistratura vanno moltiplicandosi, con una violenza ed una frequenza indicativa di un disegno preordinato, volto a gettare discredito sulla categoria per fini che nulla hanno a che fare con la volontà di risolvere i problemi della giustizia e velocizzare i processi.

Esponenti politici, giornalisti, saggisti, presunti o aspiranti tali, cavalcando ormai un filone che “tira”, anche commercialmente, in modo tanto ossessivo quanto apparentemente convinto, inondano la pubblica opinione di dati assolutamente falsi, spesso ridicoli (come ad esempio la storia dei magistrati che lavorano 4 ore al giorno o che guadagnano come i parlamentari) e ciononostante in grado di fare presa sui lettori o telespettatori, proprio perché ripetuti in modo costante, secondo un copione ormai collaudato.

Partendo dal dato inconfutabile dell’eccessiva durata dei processi in Italia rispetto agli altri paesi, prima velatamente, ora in modo aperto, si sostiene che ciò dipende dalla “scarsa voglia dei magistrati di lavorare”, dall’assenza di controlli sul loro operato, dalla preferenza accordata alla trattazione di processi politici per acquisire notorietà.

In più, per aumentare l’atteggiamento di diffidenza e odio verso la categoria, si sostiene che i magistrati guadagnano troppo, che l’attività disciplinare del C.S.M. (Consiglio Superiore della Magistratura) è solo una farsa e che la magistratura contrasta le riforme solo per mantenere i propri privilegi di casta.

I dati su cui mi sono basato, e che in alcuni casi ho rielaborato per renderli di più immediata comprensione, non sono tratti da indagini raffazzonate e di dubbia veridicità, dell’A.N.M. (Associazione Nazionale Magistrati) o di altri organismi interessati, ma provengono da una fonte autorevole ed imparziale: la Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia (CEPEJ), raccolti in un rapporto, estremamente articolato, di oltre 350 pagine, presentato nel 2008 (con rilevazioni statistiche riferite all’anno 2006), sullo stato della giustizia in Europa.

Il rapporto è stato in alcuni casi citato, evidentemente a sproposito, dai nostri detrattori, e qualche volta anche dai nostri rappresentanti dall’A.N.M. ma in modo, mi permetto di osservare, troppo parziale e frammentario per essere efficace.

Seppur scritto in lingua inglese, è in ogni caso facilmente reperibile in internet e a disposizione di chiunque voglia verificare i dati da esso ricavati.

Da tale rapporto emerge in modo evidente la falsità delle accuse inerenti la laboriosità della magistratura italiana, da ritenersi la più produttiva d’Europa, nonché l’infondatezza di tanti luoghi comuni, pedissequamente ripetuti in ogni occasione.

PARAGRAFO I: “I magistrati in Italia sono più numerosi di quelli europei ma producono di meno”.

Tutti sanno ormai che il numero dei processi penali e civili pendenti nel nostro paese è di gran lunga maggiore rispetto a quello degli altri Stati europei e che, in conseguenza di ciò, i processi durano mediamente molto di più di quanto accada altrove.

La tesi oggi diffusa, non solo a livello politico, ma anche in consistenti settori dell’informazione, è che ciò dipenda dalla scarsa voglia di lavorare dei magistrati italiani, coperti, nella loro infingardaggine, dall’assenza di qualsiasi meccanismo di controllo sulla produttività e dalla complicità dell’organismo disciplinare del C.S.M., costituito in prevalenza proprio da magistrati.

L’indicazione del numero dei processi pendenti, di per sé, non è di alcuna utilità per verificare se tale affermazione sia corretta o se invece il numero delle pendenze dipenda da una serie di altre ragioni (eccessivo numero di affari civili e penali iscritti a ruolo ogni anno rispetto alle sopravvenienze degli altri paesi, eccessiva parcellizzazione degli uffici giudiziari sul territorio, eccessiva farraginosità delle procedure, ecc.).

I dati rilevanti, in realtà, per stabilire se i magistrati italiani siano produttivi o meno, sono altri e non possono prestarsi ad alcuna interpretazione ambigua.

Nell’effettuare un raffronto con ciò che accade negli altri paesi dell’Unione Europea è infatti sufficiente stabilire quanti magistrati ci sono in ogni Stato, quanti sono, ogni anno, i processi di nuova iscrizione sui ruoli e quanti quelli che vengono smaltiti dagli uffici giudiziari, e quale sia il rapporto tra processi sopravvenuti e definiti per ogni singolo magistrato.

Cominciamo con lo stabilire qual è il numero dei magistrati in Italia e negli altri paesi europei.

Su questo punto il rapporto della CEPEJ porta dati disaggregati per Giudici (tabella n. 51) e per Pubblici Ministeri (tabella n. 77).

Unificando i due dati (per dare una visione più attendibile che non sia condizionata dal tipo di sistema processuale penale adottato nei singoli Stati), e riportando (esclusivamente per brevità espositiva), solo quelli dei principali Stati europei, con esclusione di alcuni difficilmente comparabili con l’Italia per dimensioni (si pensi al Principato di Monaco o al Lussemburgo) o per altre ragioni (ad es. quelli dell’ex area sovietica), emerge quanto segue:

Quadro 1: numero di magistrati ogni 100.000 abitanti

ITALIA 14,8

Austria 22,8
Belgio 22,4
Danimarca 16,9
Francia 14,8
Germania 30,7
Grecia 33,1
Olanda 16,8
Norvegia 26,5
Portogallo 29,9
Spagna 14,6
Svezia 23,8
Svizzera 21,9
Regno Unito 11,6

In Italia, dunque, rispetto alla popolazione, il numero dei magistrati è lo stesso di Francia e Spagna, di poco superiore a quello del Regno Unito, ma comunque inferiore a tutti gli altri principali paesi europei e addirittura la metà rispetto al numero dei magistrati tedeschi, greci e portoghesi.

Stabilito qual è l’effettivo numero dei magistrati in Europa, si può ora analizzare il carico medio di ogni magistrato giudicante (per i pubblici ministeri i dati appaiono di più difficile comparazione).

Questo dato non è presente nel rapporto, ma lo si può indicativamente ricavare dividendo il numero delle varie sopravvenienze civili e penali (tabelle 61, 68) per il numero di giudici (tabella 51).

Si tratta di un dato che, di per sé, non ha una validità scientifica perché le sopravvenienze (quelle civili e quelle penali) devono essere qui divise per il numero di tutti i giudici in pianta organica (non essendo indicato quanti sono i giudici che trattano il penale e quanti il civile, nonché quelli in servizio presso uffici di primo grado o in uffici superiori).

Ciò tuttavia non rileva ai nostri fini giacché ciò che conta non è l’individuazione della quantità assoluta delle sopravvenienze e delle definizioni, ma solo il raffronto tra i diversi paesi.

Orbene, partendo dalle sopravvenienze civili in primo grado (cause contenziose) si può calcolare agevolmente quanto segue:

Quadro 2: numero delle sopravvenienze annue civili (cont.) di 1° grado per giudice:

ITALIA 438,06

Austria 67,96
Belgio 202,48
Danimarca 175,96
Francia 224,15
Germania 54,86
Grecia n.d.
Olanda 458,71
Norvegia 26,04
Portogallo 153,58
Spagna 263,63
Svezia 25,6
Svizzera n.d.
Regno Unito (dato non affidabile, per l’eccessivo scarto con le decisioni emesse)

Ad eccezione delle sopravvenienze dell’Olanda, dato della cui correttezza la Commissione, nel commento di accompagnamento alle tabelle, esprime delle perplessità, si può notare che in Italia ogni Giudice ha come sopravvenienze un numero di affari 2 volte superiori a Belgio, Francia e Spagna, 8 volte superiore a Germania e Austria, 17 volte superiore rispetto a quello dei paesi scandinavi.

Per quanto concerne gli affari penali, il rapporto distingue tra affari penali “gravi” (esemplificativamente vengono riportate rapine, estorsioni, reati a sfondo sessuale ed altri) e affari penali di scarso rilievo.

Nel quadro che segue ho tenuto conto solo dei primi, in quanto, in relazione ai secondi, si tratta di fattispecie che non costituiscono reato in tutti i paesi, sicché alcuni di essi non vengono trattati da un giudice.

Quadro 3: numero delle sopravvenienze annue penali (gravi) per giudice:

ITALIA 190,71

Austria 16,12
Belgio 27,01
Danimarca 43,19
Francia 80,92
Germania 42,41
Grecia n.d.
Olanda n.d.
Norvegia n.d.
Portogallo 63
Spagna 54,16
Svezia n.d.
Svizzera n.d.
Regno Unito 103,94

Anche in questo caso ogni giudice italiano riceve un numero di affari penali “gravi” di primo grado 2 volte superiore ai colleghi francesi e inglesi, 4 volte superiori ai colleghi tedeschi, spagnoli e danesi, 12 volte superiore a quelli austriaci.

Già sulla base del raffronto tra le sopravvenienze civili e penali in Italia e quelle degli altri paesi, appare chiaro il motivo per cui da noi ci sono pendenze impressionanti, dato che ogni anno, per ragioni diverse (culturali, sociali, di inefficienza di altri organismi ecc.), nel nostro paese c’è un numero di cause civili e di processi penali di gran lunga maggiore rispetto a quello degli altri paesi europei.

Il dato più importante, per valutare la produttività dei magistrati europei, è però evidentemente costituito dal numero dei procedimenti smaltiti da ciascuno giudice ogni anno, anch’esso indicativamente ricavabile dal raffronto tra le definizioni ed il numero dei giudici in pianta organica:

Quadro 4: numero dei procedimenti civili e penali di 1° grado smaltiti in un anno per Giudice:

PROC. CIVILI – PROC. PENALI

ITALIA 411,33 – 181,09

Austria 65,89 – 16,11
Belgio n.d. – 30,27
Danimarca 173,89 – 41,97
Francia 215,67 – 87,06
Germania 78,86 – 42,91
Olanda 455,4 (dato poco attendibile) – 75,36
Norvegia 26,83 – n.d.
Portogallo 172,09 – 60,31
Spagna 246,67 – 87,51
Svezia 24,8 – n.d.
Regno Unito 12,24 (dato poco attendibile) – n.d.

Con la sola eccezione, dunque, dei processi civili in Olanda, dato ritenuto scarsamente attendibile, anche per la evidente discrasia con il numero degli affari penali definiti nel medesimo paese, e trascurando il dato del Regno Unito, anch’esso troppo basso per poter essere corretto, può notarsi che in Italia ogni Giudice, in media, definisce un numero di procedimenti civili e penali pari al doppio dei colleghi francesi, spagnoli e portoghesi, e 5 volte superiore al numero di processi smaltiti in Germania.

PARAGRAFO II: “I magistrati in Italia non vengono mai puniti perché il C.S.M. è un organismo corporativo”.

Altra critica ricorrente mossa alla magistratura italiana, attiene alla presunta inefficacia del sistema disciplinare che fa capo al C.S.M., che, essendo in prevalenza costituito da magistrati, non applicherebbe quasi mai sanzioni alla categoria che lo esprime.

E’ evidente che l’attribuzione dei poteri disciplinari ad un organismo i cui rappresentanti sono in prevalenza eletti dagli stessi magistrati costituisce una garanzia per assicurare l’indipendenza della magistratura da altri poteri.

Da più parti, anche all’interno della magistratura, sono state da tempo avanzate proposte di riforma di tale sistema al fine di renderlo più efficiente, ferma restando la necessità di salvaguardare quei principi irrinunciabili di indipendenza e autonomia.

In ogni caso, anche in ordine a tale tema, può essere utile esaminare i dati statistici relativi alle sanzioni disciplinari applicate dal C.S.M. rispetto a quelle applicate dagli altri organismi disciplinari europei.

E’ interessante notare che nel corso dell’anno 2006, secondo il rapporto citato (tabelle n. 100 e seguenti), in Italia sono stati attivati 92 procedimenti disciplinari contro Giudici e P.M. ed applicate 66 sanzioni.

Un numero forse contenuto ma certamente maggiore delle 14 sanzioni disciplinari applicate in Francia, delle 29 in Germania, delle 24 in Spagna.

Se tali dati vengono poi divisi per il numero dei magistrati dei diversi paesi, emerge quanto segue:

Quadro 5: numero delle sanzioni disciplinari applicate ogni 1000 magistrati:

ITALIA 7,5

Austria 8
Belgio 2,5
Francia 0,5
Germania 1
Portogallo 13
Spagna 3,5
Regno Unito 5

Salvo che per il Portogallo e l’Austria, dunque, in Italia vengono comminate ai magistrati sanzioni 2 volte maggiori di quelle comminate in Spagna, 7 volte maggiori di quelle comminate in Germania e 15 volte superiori di quelle comminate in Francia.

PARAGRAFO III: “I magistrati Italiani sono quelli che hanno la retribuzione più alta in Europa”.

L’ultimo dei luoghi comuni più diffusi sulla magistratura è quella relativa alla retribuzioni.

Si sente spesso affermare che i magistrati guadagnano quanto i Parlamentari e che le loro retribuzioni sono le più alte d’Europa.

In realtà tutti noi sappiamo che solo l’ultimo livello retributivo della magistratura (quello del Primo Presidente della Corte di Cassazione) è parametrato sulla retribuzione dei Parlamentari, mentre tutti gli altri magistrati sono retribuiti diversamente a seconda della rispettiva anzianità di servizio.

Rivedendo il mio statino paga del 2002, quando sono entrato in magistratura, rilevo che il mio stipendio era di 1.669 euro netti.

Dal rapporto della CEPEJ non è possibile effettuare un raffronto tra lo stipendio medio dei magistrati europei perché viene riportato solo lo stipendio di inizio carriera e quello di fine carriera (ossia corrispondente al massimo livello stipendiale della magistratura (tabelle 91 e 92 del rapporto).

In ogni caso, anche solo sulla base di tali dati, si può comprendere come la retribuzione dei magistrati italiani sia, a tutto voler concedere, in linea con quella dei colleghi dei principali paesi europei e, in alcuni casi, decisamente più bassa.

Quadro 6: stipendio lordo magistrati europei a inizio carriera:

ITALIA € 37.454

Austria € 43.393
Belgio € 56.487
Danimarca € 91.904
Francia € 35.777
Germania € 38.829
Irlanda € 127.664
Olanda € 70.000
Norvegia € 87.000
Portogallo € 33.477
Spagna € 45.230
Svezia € 96.500
Svizzera € 88.044
Scozia € 170.000
Inghilterra € 143.708

Quadro 7: stipendio lordo magistrati europei a fine carriera:

ITALIA € 122.278

Austria € 105.251
Belgio € 122.196
Danimarca € 130.341
Francia € 105.317
Germania € 86.478
Irlanda € 222.498
Olanda € 115.000
Norvegia € 125.000
Portogallo € 80.478
Spagna € 115.498
Svezia € 152.000
Svizzera € 204.968
Scozia € 255.000
Inghilterra € 233.742

Per quanto concerne lo stipendio iniziale, dunque, quello dei magistrati italiani è sostanzialmente analogo a quello dei colleghi francesi, tedeschi e portoghesi (Stato nel quale i salari medi sono però decisamente più bassi di quelli italiani); inferiore a quello degli omologhi spagnoli, austriaci e belgi, assolutamente non paragonabile allo stipendio dei magistrati dei paesi nordici (dove il tenore di vita è però più alto) e di quelli anglosassoni, ove i magistrati percepiscono uno stipendio quasi 4 volte superiore a quello degli italiani.

Solo lo stipendio massimo dei magistrati italiani è superiore a quello dei colleghi francesi e soprattutto tedeschi, ma sostanzialmente analogo a quello dei magistrati spagnoli e belgi, e notevolmente inferiore (quasi la metà) rispetto allo stipendio dei magistrati inglesi e degli altri paesi del Regno Unito.

Un aspetto estremamente significativo è comunque costituito dal fatto che, come indicato nel commento di accompagnamento alle tabelle, in alcuni paesi europei (Germania e Francia, tra gli altri), i magistrati beneficiano di vantaggi ulteriori di diversa natura, come assicurazioni sulla salute, sistemazioni logistiche, in alcuni casi rimborsi di costi di rappresentanza ecc.; vantaggi che sono invece del tutto assenti per i magistrati italiani, la cui retribuzione, è il caso di sottolineare, è costituita anche da una voce che è “l’indennità di rischio”, introdotta a seguito dell’uccisione di diversi colleghi per terrorismo e mafia (verosimilmente qualcuno in più rispetto alla media europea) (1).

In conclusione, chi scrive è ben consapevole che i magistrati sono tutt’altro che perfetti, che alcuni di essi non amano il proprio lavoro o non sanno organizzarlo, che ci sono sacche di inefficienza riconducibili anche a responsabilità interne; che moltissimo si potrebbe fare per migliorare il funzionamento dell’organo di autogoverno ed il servizio giustizia nel suo complesso, ma tutto ciò non può portare ad assistere inerti alla distruzione di una istituzione cui è demandato infine il compito di salvaguardare lo Stato di diritto.

L’esercizio della giurisdizione, oltre all’impegno dei magistrati e alla disponibilità dei mezzi, richiede anche la preservazione della “dignità” della magistratura, che non è appagamento della vanità dei singoli, ma strumento indispensabile per la concreta e quotidiana amministrazione della giustizia.

_________

(1) La magistratura italiana vanta un triste primato europeo. Tra il 1969 e il 1995 sono stati assassinati nel nostro Paese 26 magistrati. A questo link se ne può leggere l’elenco. [nota della Redazione]

 

Diffondete gente, diffondete. Davide

Nov
23
Ciao a tutti,
è da un bel pò che non scrivo sul mio blog, un pò per esigenze di tempo sempre più esiguo, un pò perché ultimamente sono sempre più demoralizzato e scoraggiato sul fatto che qualcosa possa cambiare in questo Paese e che il mio sforzo nel fare tutto il possibile nelle mie capacità per cambiare le cose, sembra ogni giorno di più sembrare una lotta contro i mulini a vento come faceva Don Chisciotte della Mancia.
 
Non ho fatto in tempo a godere della bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta che già mi devo preoccupare ancora di più per questa ennesima legge porcata che hanno intenzione di approvare in tempi brevissimi, chiamata "processo breve" ma che, per quello che produrrà, si dovrebbe chiamare "processo morto".
 
E’ una proposta di legge semplicissima, di pochissimi articoli che posso spiegare semplicemente in poche parole.
 
Innanzitutto questa legge è, come hanno candidamente ammesso gli Onorevoli Bocchino e Quagliariello, l’ennesimo tentativo di dare l’immunità a Berlusconi: è, quindi, una legge assolutamente ingiusta, pericolosa e del tutto urgente come vogliono farci credere.
 
In pratica per salvare Berlusconi da 2 processi dove lui è imputato, si uccidono letteralmente migliaia di processi, anche processi per reati gravissimi come la corruzione, lo stupro, l’omicidio colposo, la truffa ecc.
 
Processi come Calciopoli,  Parmalat, Cirio, Eternit, Thyssen Krupp, oppure come quello contro la clinica degli orrori Santa Rita di Milano e molti, molti altri, verrebbero in un sol colpo cancellati TUTTI assicurando l’impunità a migliaia di delinquenti a danno della povera gente che non solo ha subìto i delitti di questa gentaglia, ma che adesso si vede anche impossibilitata ad ottenere giustizia! Oltre al danno la beffa!! Vergognoso!!
 
Praticamente, questa legge dice semplicemente questo:
per tutti i processi per reati con pene inferiori ai 10 anni ,fatta eccezione per il reato di immigrazione clandestina (grazie alla Lega che ha preteso questo emendamendo essendo il partito più razzista d’Europa), per persone incensurate e per processi in dibattimento entro il primo grado di giudizio, è previsto un tempo massimo di 2 anni dall’inizio del processo sino alla sentenza per grado di giudizio.
In parole povere un processo non può durare più di 2 anni per grado di giudizio (quindi in totale 6 anni), altrimenti viene automaticamente stralciato e quindi assicurata l’impunità alla faccia della povera gente che chiede giustizia.
 
Giustificano questo ennesimo scempio dicendo che i nostri processi durano troppo e che non è una cosa ammissiible: giustissimo! Ma bisogna intervenire sulle cause che portano a processi lunghissimi, non sul tempo!!
E’ come se io ho bisogno di 3 mesi di cure mediche ma una legge mi dice che ne posso avere solo 2: se non guarisco al terzo mese posso anche morire!!
Capite la gravità di questa legge?? Tutto per far sì che in questo modo vengano automaticamente cancellati i processi in cui Berlusconi è imputato: il processo Mills per corruzione e il processo per i diritti tv Mediaset. Uccidere migliaia di processi per ucciderne 2!!!! Assicurare l’impunità a migliaia di delinquenti per assicurarla al nostro Presidente del Consiglio! Solo in Italia queste cose possono essere possibli!
 
Per fortuna in molti si sono indignati davanti a questa legge vergognosa, tra qui lo scrittore di Gomorra, Roberto Saviano che ha lanciato un appello a Berlusconi su sito de La Repubblica, chidendogli di ritirare questo disegno di legge incivile tramite una raccolta di firme che invito tutti a sottoscrivere e a diffondere il più possibile ache su Facebook e Twitter: Firmate qui: http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391117.
 
Comunque, per chi ha scarsa memoria oppure non sa quante e quali leggi son state fatte in 15 anni dai vai governi Berlusconi, per "aiutare" lui e/o le sue aziende, di seguito vi riporto dettagliatamente tutte le DICIOTTO (e dico DICIOTTO!!!!!!) leggi AD PERSONAM o AD AZIENDAM tuttora in vigore.
 
1 Legge n. 367/2001. Rogatorie internazionali. Limita l’utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria. La nuova disciplina ha lo scopo di coprire i movimenti illeciti sui conti svizzeri effettuati da Cesare Previti e Renato Squillante, al centro del processo "Sme-Ariosto 1" (corruzione in atti giudiziari).

2 Legge n. 383/2001 (cosiddetta "Tremonti bis"). Abolizione dell’imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni. (Il governo dell’Ulivo l’aveva abolita per patrimoni fino a 350 milioni di lire).

3 Legge n.61/2001 (Riforma del diritto societario). Depenalizzazione del falso in bilancio. La nuova disciplina del falso in bilancio consente a Berlusconi di essere assolto perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato" nei processi "All Iberian 2" e "Sme-Ariosto2".

4 Legge 248/2002 (cosiddetta "legge Cirami sul legittimo sospetto"). Introduce il "legittimo sospetto" sull’imparzialità del giudice, quale causa di ricusazione e trasferimento del processo ("In ogni stato e grado del processo di merito, quando gravi situazioni locali, tali da turbare lo svolgimento del processo e non altrimenti eliminabili, pregiudicano la libera determinazione delle persone che partecipano al processo ovvero la sicurezza o l’incolumità pubblica, o determinano motivi di legittimo sospetto, la Corte di cassazione, su richiesta motivata del procuratore generale presso la Corte di appello o del pubblico ministero presso il giudice che procede o dell’imputato, rimette il processo ad altro giudice"). La norma è sistematicamente invocata dagli avvocati di Berlusconi e Previti nei processi che li vedono imputati.

5 Decreto legge n. 282/2002 (cosiddetto "decreto salva-calcio"). Introduce una norma che consente alle società sportive (tra cui il Milan) di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali.

6 Legge n. 289/2002 (Legge finanziaria 2003). Condono fiscale. A beneficiare del condono "tombale" anche le imprese del gruppo Mediaset.

7 Legge n.140/2003 (cosiddetto "Lodo Schifani"). E’ il primo tentativo per rendere immune Silvio Berlusconi. Introduce ildivieto di sottomissione a processi delle cinque più altre cariche dello Stato (presidenti della Repubblica, della Corte Costituzionale, del Senato, della Camera, del Consiglio). La legge è dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 13 del 2004.

8 Decreto-legge n.352/2003 (cosiddetto "Decreto-salva Rete 4"). Introduce una norma ad hoc per consentire a rete 4 di continuare a trasmettere in analogico.

9 Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004). Legge 311/2004 (Finanziaria 2005). Nelle norme sul digitale terrestre, è introdotto un incentivo statale all’acquisto di decoder. A beneficiare in forma prevalente dell’incentivo è la società Solari. com, il principale distributore in Italia dei decoder digitali Amstrad del tipo "Mhp". La società controllata al 51 per cento da Paolo e Alessia Berlusconi.

10 Legge 112/2004 (cosiddetta "Legge Gasparri"). Riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni. Introduce il Sistema integrato delle comunicazioni. Scriverà il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi: "Il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) – assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione – potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti".

11 Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Nella scia del condono edilizio introdotto dal decreto legge n. 269/2003, la nuova disciplina ammette le zone protette tra le aree condonabili. E quindi anche alle aree di Villa Certosa di proprietà della famiglia Berlusconi.

12 Legge n. 251/2005 (cosiddetta "ex Cirielli"). Introduce una riduzione dei termini di prescrizione. La norma consente l’estinzione per prescrizione dei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi "Lodo Mondadori", "Lentini", "Diritti tv Mediaset".

13 Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complementare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.

14 Legge 46/2006 (cosiddetta "legge Pecorella"). Introduce l’inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento. La Corte Costituzionale la dichiara parzialmente incostituzionale con la sentenza n. 26 del 2007.

15 Legge n.124/2008 (cosiddetto "lodo Alfano"). Ripropone i contenuti del 2lodo Schifani". Sospende il processo penale per le alte cariche dello Stato. La nuova disciplina è emenata poco prima delle ultime udienze del processo per corruzione dell’avvocato inglese Davis Mills (testimone corrotto), in cui Berlusconi (corruttore) è coimputato. Mills sarà condannato in primo grado e in appello a quattro anni e sei mesi di carcere. La Consulta, sentenza n. 262 del 2009, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione.

16 Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l’IVA sulla pay tv "Sky Italia", il principale competitore privato del gruppo Mediaset.

17 Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

18 Disegno di legge sul "processo breve". Per l’imputato incensurato, il processo non può durare più di sei anni (due anni per grado e due anni per il giudizio di legittimità). Una norma transitoria applica le nuove norme anche i processi di primo grado in corso. Berlusconi ne beneficerebbe nei processi per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

 
Un promemoria che vi invito a diffondere il più possibile, perché la gente deve sapere di cosa si discute in Parlamento annziché pensare a problemi ben più seri come l’economia e la disoccupazione che stanno affliggendo sempre più questo Paese già martoriato.
 
Diffondete gente diffondete,
Davide.